Era da tempo che non parlava, ma lo ha fatto alla vigilia di Bologna–Napoli, l’ennesimo crocevia della stagione per gli azzurri di Antonio Conte.
Aurelio De Laurentiis è uscito allo scoperto e, in un intervento al SDA Bocconi Football Business Forum tenutosi a Milano, ha attaccato senza mezzi termini l’impianto che ospita le gare casalinghe del Napoli, definendo lo Stadio Diego Armando Maradona di Fuorigrotta un “semicesso, vecchio, con una pista d’atletica che non è il massimo per il pubblico e addirittura un fossato che allontana ancora di più”.
Ha dichiarato:
«Il Napoli paga la stessa cifra del Paris Saint-Germain per l’uso dello stadio, ma loro hanno l’esclusiva e fatturano più di 100 milioni l’anno. Noi lo abbiamo solo per tre giorni». «Quando Milan e Inter incassano 14 milioni in una serata di Champions, noi in quel “cesso” arriviamo a 3 milioni». Ha inoltre illustrato la sua visione di uno stadio ideale: «Vorrei uno stadio da 70 mila posti, con 120 skybox, 8 mila parcheggi. Servono 30 ettari».
Da semplice utente dello stadio, mettendo da parte i sentimentalismi, dare torto al nostro Presidente è impossibile.
Ogni volta che varco l’ingresso del Maradona mi trovo in un contesto che ha un fascino storico e un’atmosfera unica — lo stadio dove ha giocato il più grande di sempre. Ma, senza veli di romanticismo, lo stadio di Napoli evidenzia limiti assurdi per il calcio moderno e per una città che vuole stare in Europa.
La tanto odiata pista d’atletica allontana lo spettatore dal campo, la visuale non è per nulla ideale, e i servizi — parcheggi, accessi, comfort — definirli “mediocri” sarebbe un complimento. Oggi, semplicemente parcheggiare l’auto e andare alla partita è un’utopia.
Il Napoli è un club che ambisce a stare in alto. Le parole “semicesso” o “cesso” sono forti, ma rendono perfettamente la frustrazione di chi paga un biglietto e vuole vivere l’esperienza da tifoso al massimo, senza doversi preoccupare che, all’uscita dallo stadio, non ci sia una metropolitana per tornare a casa.
Il Napoli ha fatto passi enormi in campo, acquistando giocatori importanti, vincendo titoli e crescendo come brand internazionale. Ma l’infrastruttura non sta al passo: se le entrate da stadio, hospitality ed eventi collaterali restano basse per limitazioni strutturali o logistiche, diventa difficile competere ad alti livelli anche fuori dal campo.
Le dichiarazioni di De Laurentiis colgono un punto fondamentale: senza uno stadio moderno e redditizio, anche il progetto sportivo ne soffre.
In questi anni, grazie al livello europeo raggiunto dal Napoli, i tifosi azzurri hanno avuto modo di vedere come altri club investono su stadi nuovi, multifunzionali, con servizi che per i supporter napoletani restano chimere irraggiungibili. L’amore per la maglia non è in discussione, ma da utente dello stadio chiedo che anche l’esperienza del tifoso venga valorizzata: parcheggi inesistenti, facile accesso, comfort, servizi di qualità. Se lo stadio resta “vecchio”, anche il tifoso rischia di sentirsi lasciato indietro.
Pur comprendendo che le parole di ADL possano risultare dure, credo servano per scuotere istituzioni e gestione: magari senza queste dichiarazioni non si sarebbe acceso un dibattito così forte, in un momento in cui Napoli rischia addirittura di perdere gli Europei in Italia per un impianto non all’altezza dell’evento.
Sarebbe uno smacco per una comunità che vive il calcio non come un semplice sport, ma come una liturgia collettiva e aggregante, con un tifo tra i più intensi e identitari del pianeta.
Io sto con Aurelio De Laurentiis.
Appoggio le sue parole, che possono creare sdegno, ma che — proprio perché forti — possono finalmente segnare l’inizio di un progetto concreto, capace di coinvolgere tutti: società, istituzioni e tifosi.
Solo così potremo dare al Napoli uno stadio degno di questa meravigliosa città.
Il mondo del cinema si tinge ancora una volta d’azzurro! È uscito oggi nelle sale cinematografiche AG4IN, il film del quarto scudetto del Napoli, un titolo che gioca sul “di nuovo” evocando il numero quattro.
Il film non è una semplice cronaca sportiva, ma un viaggio narrativo, intimo e collettivo, che intreccia il sudore in campo con il respiro della città che vive per il calcio e che ha come unica fede la sua squadra.
La pellicola vede alla regia Giuseppe Marco Albano, affiancato da Filmauro e dalla SSC Napoli, che hanno voluto realizzare qualcosa di più di un documentario: un’opera capace di emozionare non solo i tifosi, ma chiunque ami il calcio che, pur con le sue mille contraddizioni, resta il gioco più bello del mondo.
L’attesa per il docufilm, tanto desiderato dai tifosi partenopei, è terminata oggi. L’anteprima è andata in scena al Cinema Metropolitan di Napoli, alla presenza di Aurelio De Laurentiis, che ha dichiarato: «Il film coinvolgerà i napoletani, ma anche i tifosi di calcio in generale potranno appassionarsi». Ha aggiunto che «il lavoro non è finito» e che il racconto contemporaneo del Napoli continuerà anche oltre questa pellicola, in vista, tra l’altro, del centenario del club previsto per il 2026.
AG4IN è un racconto frammentato, un mosaico di emozioni, non si limita a una mera ricostruzione cronologica. Attraverso una struttura narrativa che alterna sprazzi, contrasti, retroscena, il film mira a restituire la tensione che ha accompagnato ogni partita decisiva della stagione. Ci sono immagini dello spogliatoio, dialoghi del capitano Di Lorenzo, momenti in cui il tecnico Conte incita e rassicura, ma anche la decisione controversa riguardante la cessione di Kvaratskhelia.
È una stagione che, partendo dal precedente decimo posto in classifica, ha visto gli uomini di Antonio Conte trionfare al primo anno di sua gestione, contro ogni pronostico iniziale.
La stagione 2024/25 non viene raccontata come una marcia trionfale senza ostacoli, ma come un duello fino all’ultimo secondo: l’Inter come antagonista, la suspense pagina dopo pagina, fino alla vittoria decisiva del 23 maggio contro il Cagliari, siglata da McTominay che, per tutti i napoletani, è diventato “MC Fratm”, e da Lukaku, vero e proprio allenatore in campo e fedele paladino del mister salentino, primo uomo del Sud a vincere lo scudetto a Napoli.
E oltre al campo, meravigliose sono le immagini di una città che, a differenza del terzo scudetto, ha dovuto aspettare fino all’ultimo minuto per l’evento. Con una pazienza che non è certo la virtù migliore di questa città, ha infine urlato di gioia al triplice fischio finale dell’ultima giornata di campionato. La sapiente regia esalta il legame imprescindibile tra squadra e identità urbana, portando sullo schermo le luminarie, la festa per le strade, e lo spirito collettivo di una città che vive per il calcio.
AG4IN non vuole essere solo celebrazione di un trionfo, è un tentativo ambizioso di costruire memoria visiva, di dare forma e voce a quel legame impercettibile che unisce la comunità azzurra — nove milioni di tifosi sparsi nel mondo — alla propria squadra.
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è stato intervistato da Paolo Condò per il settimanale “7”, del Corriere della Sera.
L’intervista completa sarà disponibile da domani, 22 agosto, ma nell’anteprima ci sono diversi spunti interessanti: ecco le dichiarazioni del presidente azzurro.
“Conte? Molti anni fa lo incontrai alle Maldive. Sul lavoro è instancabile, proprio come me. È chiaro che entrambi amiamo profondamente quello che facciamo, e per me questo è fondamentale.
“Io polemico? Lei dice polemico, io preferisco dire visionario. A 34 anni mi sentivo pronto per pronunciare la frase decisiva: ‘Da ora in poi si fa come dico io’. E, tutto sommato, è andata piuttosto bene.
“Kvaratskhelia? Ho dovuto cederlo perché il suo procuratore minacciava di ricorrere all’articolo 17 [che disciplina la possibilità per un calciatore di svincolarsi unilateralmente dal contratto con una società, previo pagamento di un indennizzo, ndr]. Dopo la prima straordinaria stagione del georgiano, ci siamo subito mossi per negoziare un rinnovo, aumentando il suo stipendio e proponendogli una cifra molto significativa, consapevoli che un compenso troppo basso avrebbe attirato l’interesse di molti club pronti a offrirgli contratti faraonici. Tuttavia, il suo agente, Mamuka Jugeli, aveva altri piani sia per sé sia per il giocatore.
“Alla fine del secondo anno contrattuale [giugno 2024, ndr], c’è stato l’Europeo in Germania. Io, insieme a Manna [direttore sportivo del Napoli, ndr] ed a Chiavelli [amministratore delegato del club, ndr], siamo volati a Düsseldorf per risolvere la situazione, ma Mamuka ha continuato a prendere tempo, sostenendo che Giuntoli gli avesse promesso dei soldi mai corrisposti. Una bugia, facile da verificare. Avrei potuto venderlo in quel momento: il PSG aveva offerto oltre 200 milioni di euro per il pacchetto Kvara-Osimhen. Tuttavia, avevo promesso a Conte di trattenerlo e non me la sono sentita [di accettare l’offerta, ndr]. Con quei fondi, l’idea era di acquistare Gyokeres“.
“Nuovo stadio? Sarà pronto in quattro anni, in tempo per gli Europei [del 2032, ndr]. Ci saranno 65/70mila posti e parcheggi per 9000 auto“, ha detto De Laurentiis in esclusiva al Corriere della Sera.
“Forza Napoli Sempre!”: questa l’espressione utilizzata da Aurelio De Laurentiis per commentare il primato degli azzurri in classifica, consolidato ieri con la vittoria contro il Como.
Antonio Conte sembra infatti aver trovato la quadra, dal punto di vista tattico e mentale, per affrontare il suo primo anno a Napoli nel migliore dei modi.
Un allenatore esperto e vincente, un mercato dispensioso ed importante, la mancanza di una competizione europea: questi i fattori da considerare quando si stilano le cosiddette “griglie Scudetto”.
Per la conquista del Tricolore, il Napoli è sicuramente tra le favorite, se non quella assoluta. E forse l’ha capito anche Aurelio De Laurentiis…
Ritorno al passato
Esattamente come avvenuto nella stagione 2022-23 (in cui il Napoli divenne campione 33 anni dopo l’ultima volta), il presidente è per nulla coinvolto dal punto di vista mediatico.
Il paragone con l’ultimo anno di Spalletti sorge spontaneo, per la situazione attuale di classifica e non solo. È come se ADL avesse capito che, quando le cose vanno bene, è il campo a parlare e non serve aggiungere altro.
Nessun’intervista, nessun’irruzione negli spogliatoi, nessuna “sceneggiata” per cui tanto è stato criticato negli scorsi anni. Soltanto una semplice frase per esprimere il proprio supporto alla squadra, magari anche per avvicinarsi al cuore dei tifosi napoletani.
Insomma, De Laurentiis sa di aver consegnato a Conte una rosa in grado di competere fino alla fine; e adesso gli ha consegnato le chiavi del suo Napoli. Fece lo stesso con Spalletti, e il finale ce lo ricordiamo tutti. Non ci resta che attendere per scoprire se si ripeterà o meno.
La Georgia di Khvicha Kvaratskhelia ha ottenuto la qualificazione agli ottavi di finale di Euro 2024, in cui affronterà la Spagna. Il futuro del calciatore nel Napoli è ancora incerto, ma la società sta lavorando al rinnovo.
Nella giornata di ieri, Antonio Conte è stato presentato ufficialmente al Palazzo Reale. Nella conferenza stampa, l’allenatore ha blindato l’ala sinistra, facendo intendere che non lascerà gli azzurri nella sessione estiva di calciomercato.
Il classe 2001 ha risposto a tali dichiarazioni al termine della partita di ieri contro il Portogallo, affermando: “Conte ha detto che resto? Non lo so ancora, lo rispetto perché è uno dei migliori allenatori al mondo, ma voglio prendermi ancora un po’ di tempo per decidere. Io rispetto Napoli e amo Napoli, ma ancora non so dare una risposta certa sul mio futuro”.
Rinnovo Kvaratskhelia, blitz di ADL e Manna in Germania
La priorità assoluta del calciatore ad oggi sono i campionati europei, ma prima o poi andrà intavolata una trattativa per il rinnovo di contratto. Allo stato attuale, Kvara è legato al Napoli fino al 2027 con uno stipendio basso per un giocatore del suo livello, ovvero poco superiore al milione di euro.
Non è un segreto che il PSG sia interessato al georgiano, e che abbia delle risorse finanziarie importanti per convincerlo a lasciare i partenopei. Per questo motivo, il club di De Laurentiis deve agire in fretta, e lo farà: il presidente in persona, insieme al direttore sportivo Giovanni Manna, sono volati oggi in Germania per discutere con Kvarastkhelia della situazione.
In questo momento non sembrerebbe esserci troppa distanza tra le parti: l’incontro sembra essere stato positivo con il Napoli che vuole confermare il georgiano ancora per un anno almeno e Kvara che vuole rivedere in su il suo ingaggio.
Non ci resta, dunque, che attendere ulteriori sviluppi a riguardo, che potrebbero rivelarsi fondamentali per il primo Napoli dell’era Conte.
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