Napoli, 40 anni fa la presentazione di Maradona: il resto è storia

Napoli, 40 anni fa la presentazione di Maradona: il resto è storia

Il 5 luglio del 1984, al termine di una trattativa estenuante, Diego Armando Maradona divenne ufficialmente un giocatore del Napoli e venne presentato al San Paolo davanti a circa 80mila tifosi.

L’accordo con il Barcellona fu trovato sulla base di 13,5 miliardi delle vecchie lire, una cifra che il club azzurro non poteva permettersi. Corrado Ferlaino, allora presidente dei partenopei, depositò il contratto di Maradona in Lega in piena notte (a calciomercato finito), ingannando il guardiano di turno con una busta vuota e versò tale somma soltanto in un secondo momento.

L’ingegnere fece di tutto per portare El Pibe de Oro nella sua città, e alla fine ci riuscì. In onore dell’argentino organizzò poi la sua presentazione al San Paolo. Per accedere allo stadio bisognava versare la simbolica cifra di 1000 lire, pagata da circa 80mila tifosi impazienti di incontrare uno dei migliori calciatori di sempre.

Maradona – Napoli, una storia d’amore che va oltre il calcio

Con la maglia azzurra, Maradona disputò 259 incontri e segnò 115 gol. Dal punto di vista dei trofei, invece, il giocatore aggiunse al proprio palmarès due Scudetti (1987 e 1990), una Coppa Italia (1987), una Coppa Uefa (1989) e una Supercoppa Italiana (1990).

Per i napoletani, Diego non fu solo un calciatore: rappresentò l’immagine di un riscatto sociale, culturale e politico; il vero paladino di una città – decadente, abbandonata dal governo e fuori dai circuiti turistici – che ne aveva tremendamene bisogno. Il suo essere divino sul campo e altrettanto umano fuori lo unirà per sempre a un popolo che non lo dimenticherà mai.

La sua avventura calcistica in Italia si concluse nel marzo del 1991, quando risultò positivo alla cocaina in un controllo antidoping. Eppure, la sua reputazione a Napoli non risentì mai di questo episodio.

Insomma, il legame tra Diego Armando Maradona e i partenopei è indissolubile, anche a 40 anni di distanza dal primo incontro. Questa storia d’amore senza tempo è una delle tante dimostrazioni che il calcio non è solo un gioco.

Fabrizio Parascandolo

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Il mito di Pelè vivrà in eterno, O Rey ritroverà Maradona

Il mito di Pelè vivrà in eterno, O Rey ritroverà Maradona

Una notizia che lacera il cuore, che fa soffrire. Che crea un vuoto nell’animo di chi ama il calcio. La morte fa parte della vita, deve essere accettata. E’ il termine di un percorso naturale e fisiologico. Che resta, però, difficile da digerire. Pelè è andato via. E’ volato in cielo all’età di 82 anni. Dopo una lunga ed estenuante malattia. Che l’aveva ridotto, senza più energie, in un letto di un ospedale. O’ Rey non c’è più, e non ci sembra vero. Come faremo senza di lui? Senza il campione tanto apprezzato in tutto il mondo. Dal Brasile all’Europa, passando per la Svezia, il Cile e il Messico. Dove Pelè ha lasciato il segno, risultando l’unico calciatore in grado di vincere ben 3 titoli Mondiali con la Seleção. Pelè farà visita certamente a Sua Maestà Diego Armando Maradona. Il rivale storico, l’amico di sempre. Entrambi avevano manifestato il desiderio di vedersi, lo faranno nel giardino del Signore. Avranno modo di giocare a calcio in eterno, di riposarsi e seguire le vicende del pallone da una posizione privilegiata. Pelè e Maradona. La storia del calcio. Emozioni e sentimenti che si fondono al genio, al talento, alla fantasia, Al ruolo anche di ambasciatori nel mondo. Cosa sarà il calcio adesso? Pelè aveva grande stima ed ammirazione per il nostro Diego, lo amava, lo rincuorava, come si fa con un figlio. Da ieri sera sono insieme. Abbracciati e felici. Lontano dalle luci dei riflettori. Nel silenzio e nella pace. In Paradiso, a tifare Napoli e Santos…

CIRO ACCARDO