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Gomez su Gasperini: “Le sue sono tutte bugie”

da | 19 Ago 2021 | Serie A

“Non capisco perché Gasperini si ostini a dire bugie: ci sono cinquanta testimoni della sua aggressione”. A un giorno di distanza dal botta e risposta tra il Papu Gomez e Gian Piero Gasperini la polemica non si placa. “Io ho ho detto di avere sbagliato disobbedendo sul campo, non so perché lui non riesca ad ammettere la verità”, ha aggiunto a L’Eco di Bergamo l’argentino oggi al Siviglia.

Sette anni a Bergamo, conclusi nel modo peggiore“Il discorso non è chiuso perché sento tanta tristezza: si può litigare, ma il modo in cui mi sono lasciato con l’Atalanta fa male. Perché con i Percassi c’è sempre stato un rapporto speciale: la mia famiglia è tornata a Bergamo in questi giorni e i miei figli sono stati con le famiglie Percassi e Radici”. 

Secondo la versione dell’allenatore nerazzurro Gomez ha mancato di rispetto alla proprietà: “Il rapporto non si è mai rotto: è sempre stato spettacolare. Il giorno che sono partito per Siviglia, sono stato un’ora negli uffici dei Percassi, con Antonio e Luca: abbiamo parlato, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme. Non riuscivamo a credere a come era andata. Gasperini quel giorno non c’era: c’è stata una discussione, non mancanza di rispetto. Ai Percassi dico grazie per gli anni vissuti insieme: certe cose possono succedere. Non riesco solo a capire come in venti giorni sia stato fatto fuori. Avevo chiesto di cedermi e non mi lasciavano andare: non potevo continuare a lavorare con questa persona. Pensavo di continuo all’aggressione e non riuscivo a guardarla in faccia. Erano successe situazioni simili, anche ad altri compagni, ma a nessuno erano state messe le mani addosso”. 

L’argentino ha raccontato così il clima all’interno dello spogliatoio in quei giorni dopo la partita con il Midtjylland: “Dai compagni non mi aspettavo di più, li capisco. Ho ricevuto tanti messaggi, venivano da me e mi dicevano: ‘Non possiamo fare niente, se succede questo a te che sei il capitano, cosa succederebbe a noi?’. Così si vive con la paura”.

Infine sulla rottura definitiva: “Antonio e Luca Percassi vennero subito a casa mia e dissi loro che avrei chiesto scusa a tutti, come ho fatto: aspettavo che l’allenatore facesse altrettanto. Ma non avrei mai detto alla società ‘o io o Gasperini’, perché so la sua importanza, per me è il top in Italia. Ma se non hai il coraggio di chiedere scusa, non si può continuare. Ringrazio Gasperini per avermi migliorato, ma una cosa così è inaccettabile: forse c’è un motivo se viene fischiato in molti stadi”.

Da gianlucadimarzio.com