
DODICESIMO UOMO – Il mantello c’era
Aveva ragione Spalletti a dire, durante la conferenza stampa del pre-partita di Napoli Fiorentina, che il Maradona, con la sua energia e passione, avrebbe dato il mantello da super eroe alla squadra. Peccato però che non aveva previsto che in questa squadra, tolte poche eccezioni, non ci sono tante persone che possono indossare quel mantello che, per quanto magico, va indossato avendo spalle belle larghe. Il Maradona, ex San Paolo, dà molto, ma è innegabile che, a persone che non hanno le giuste doti caratteriali e/o esperienza, toglie pure tanto. Il boato del campo di Fuorigrotta è roba da far tremare i polsi e purtroppo a volte anche le gambe. Non è certamente, infatti, cosa da poco entrare in campo e vedere tutta quella folla umana!
Nel Napoli gente come Rrahmani e Zanoli, non abituati a certi palcoscenici, avranno sentito oltre modo la situazione e, sul campo, certi errori sono stati evidenti.
Dopo i primi venti minuti iniziali, fatti sull’abbrivio di uno stadio all’altezza della sua fama passata, gli azzurri si sono lentamente spenti, perdendo il bandolo della matassa e, come in un copione già visto tante altre volte in casa, il Napoli ha ceduto il passo alla Fiorentina che, consapevole dei suoi mezzi e del suo gioco, ha dato una lezione alla nostra squadra, così come purtroppo era già successo in Coppa Italia.
Siamo alle solite! I vari Zielinski e Ruiz sono soltanto la punta dell’apice! La squadra, quando è chiamata a fare la svolta finale che ci potrebbe far raggiungere traguardi importanti, implode su stessa, lasciando tutti con tanto amaro in bocca.
Un dato su tutti, l’estrema sintesi che rappresenta benissimo la situazione, risulta allarmante: in una partita che poteva valere il sogno scudetto, gli azzurri escono dal campo senza nemmeno aver subito un cartellino giallo. Eppure c’era addirittura chi, al gol della propria squadra, era andato irrispettoso a esultare e a togliersi la maglia proprio sotto la nostra curva. Solo questo gesto bastava per far capire ai nostri calciatori che forse era opportuno metterci più vigoria fisica o, se volete, di “Cazzimma”.
Chiarisco che certamente è riduttivo parlare solo dell’aspetto psicologico degli azzurri. Un’analisi della partita va necessariamente compiuta anche sul lato tecnico, perché se l’anno scorso tutto uno stadio si chiedeva come mai Gattuso si ostinasse a giocare con un centrocampo a due, con titolare fisso Bakayoko, quest’anno il leitmotiv che accompagna l’uscita dallo stadio di tutti noi tifosi è: come mai Spaletti non fa giocare insieme dal primo minuto Dries Mertens e Victor Osimhen?!?
Difatti è innegabile che da tempo il campo ci dice che il risolutore della situazione è il folletto belga, l’unico in grado di fare da collante tra centrocampo e attacco, l’unico capace di saldare tutti e due i reparti che in sua assenza, invece, appaiano oltremodo distanti e divisi a blocchi. La sola presenza in campo di Osimhen rende il Napoli sfilacciato nei reparti e oltremodo prevedibile.
Dallo stadio si vedeva chiaramente, nel primo tempo, la panchina fiorentina mimare il segno dell’arcobaleno, a voler costantemente segnalare ai propri giocatori in campo la necessità di porre attenzione a non farsi scavalcare dai nostri lanci lunghi, che facevano far partire il nostro numero nove che tante, troppe, volte era solo per tutto il fronte d’attacco.
Risultato: Napoli, nel disperato tentativo di fare gol, perde di concentrazione nella fase difensiva e subisce l’ormai classico gol che tramortisce ancora una volta la nostra squadra, prima nella mente e poi nelle gambe.
La frittata è fatta, ma nulla è compromesso in un campionato che, nonostante le tante sconfitte in casa e i tanti svarioni, vede il Napoli algebricamente ancora in lotta per il tricolore.
Da domenica sera per noi tifosi è sicuramente una settimana di passione, in perfetto clima settimana santa. Speriamo ora che i risultati del venerdì santo siano favorevoli ai nostri colori, a quel punto la partita di lunedì in casa con la Roma ci dirà davvero chi siamo.
Mi auguro che nel nostro uovo ci sia la gradita sorpresa che farebbe tornare il sorriso a una piazza che, semmai ce ne fosse bisogno, ha dimostrato anche nell’ultima partita quanto merita di sperare, almeno fino all’ultima di campionato, di poter festeggiare qualcosa di davvero importante.
E siccome tutti, ma proprio tutti, devono fare la propria parte, ecco la mia chiamata alle armi.
Preparate casatielli e pastiere, il Napoli ha bisogno ancora una volta dei suoi tifosi. Quest’anno la gita fuori porta la faremo sul campo del Maradona perché, quando gli azzurri chiamano, i napoletani rispondono…SEMPRE!
Gennaro Di Franco