“Se vedrete in campo Vergara e Ambrosino, non datemi del pazzo”. Così, dopo la vittoria sullo Sporting Lisbona dello scorso 1 ottobre, Antonio Conte aveva espresso la propria fiducia nei talenti cresciuti nel settore giovanile del Napoli.
Ieri, nell’incontro con il Cagliari di Coppa Italia, i due hanno trovato il loro debutto da titolari in maglia azzurra, dopo aver giocato solamente qualche scampolo di partita da agosto ad oggi.
L’allenatore lo aveva preannunciato: “In caso di emergenza ci sarà bisogno della disponibilità di tutti”. Effettivamente, il Napoli – seppur reduce da quattro vittorie consecutive – si trova ancora in una condizione di emergenza, viste le tante indisponibilità.
Se da una parte c’è la buona notizia del recupero di Spinazzola, infatti, dall’altra c’è la consapevolezza che sette elementi importanti mancheranno all’appello dei convocati contro la Juventus: Lukaku, De Bruyne, Anguissa, Meret, Gilmour, Gutierrez e Lobotka, infortunatosi ieri nel riscaldamento pre-gara.
L’impegno infrasettimanale contro il Cagliari, che precede due match fondamentali contro Juventus e Benfica, rappresentava lo scenario perfetto per far rifiatare chi ha speso tante energie nelle ultime settimane.
Ed ecco la grande occasione per chi, come Mazzocchi ad esempio, aveva trovato davvero poco spazio nei primi mesi di questa stagione.
Ed ecco la grande occasione, soprattutto, per Vergara e Ambrosino. Due classe 2003 che vestono la maglia azzurra sin dalla tenera età (dal 2014 il centrocampista, dal 2013 l’attaccante) e che hanno finalmente realizzato il proprio sogno: quello di giocare da titolari, in prima squadra, allo Stadio Diego Armando Maradona.
Davanti ai 47mila spettatori, i talenti del settore giovanile hanno soddisfatto Antonio Conte in persona: “Tutti i calciatori hanno risposto bene”, ha detto l’allenatore a fine partita.
La prestazione di Vergara, condita anche dall’assist per il colpo di testa vincente di Lucca, ha ricevuto diversi complimenti dai principali quotidiani sportivi: “Si mette in mostra”, “rivelazione della serata” e “ci mette personalità”.
Quella di Ambrosino, invece, è stata ritenuta sufficiente per “l’impegno”, “il lavoro per i compagni” e “l’ordine”.
Chissà che, dopo aver realizzato quello che era il loro sogno sin da bambini, i due talenti non si rivelino delle pedine interessanti per Conte.
Intanto, però, una cosa è certa: se è vero che “chi ben cominicia è a metà dell’opera”, allora Vergara e Ambrosino sono sulla retta via.
Fabrizio Parascandolo


