Il programma del Lunedì sera

       

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DODICESIMO UOMO – Napoli giù la maschera

da | 27 Nov 2023 | I nostri Ospiti

Nel complesso, quello che ci aspettavamo di vedere l’abbiamo visto: grinta e determinazione. La cura Mazzarri, ottima a sanare lo spirito e la mente, sta già dando i suoi frutti.

Dopo Bergamo, ora il Napoli è chiaro che non si vuole più nascondere e, così come il suo numero nove, Victor Osimhen, ha gettato la maschera e con testa alta ha deciso di riprendere il suo percorso in campionato, e di dire la sua anche in Europa.

Alla luce dei fatti, è chiaro che ormai tra la squadra e Garcia si era creata una scollatura enorme. Gli abbracci e i baci a fine partita a Mazzarri, da parte dei calciatori, sono un segno più che evidente.

Qualche rammarico per un allontanamento del tecnico transalpino subito dopo la partita in casa con la Fiorentina sinceramente in qualche tifoso ci sta, ma ormai è inutile guardare indietro. D’ora in poi si apre una nuova epoca: il Mazzarri Bis. Potete stare certi che anche questa volta, come all’epoca di Cavani e compagni, il Napoli cercherà di incarnare al meglio lo spirito mazzarriano, fatto di squadra alta, lotte su ogni pallone e vittorie al cardiopalma, anche all’ultimo secondo.

Aspettando la partita delle partite a Madrid contro il Real di Carlo Ancelotti, Di Lorenzo e compagni hanno già dimostrato che qualcosa è cambiato non solo nella forma, ma soprattutto nella sostanza.

La posizione di Kvaratskhelia in campo, ad esempio, è sicuramente qualcosa che rende il georgiano più imprevedibile. Rivedere la squadra compatta tutta dietro la palla, che cerca di nuovo Stanislav Lobotka, rimesso al centro del Villaggio Napoli, è qualcosa che fa davvero bene al cuore e che fa venire voglia di urlare FINALMENTE!

A quattro mesi dal tricolore, tanti tifosi napoletani, diciamoci la verità, sembravano ormai mestamente rassegnati a una metamorfosi tecnico-tattica, che nessuno da queste parti chiedeva, né tantomeno auspicava. Gli stessi giocatori in campo sembravano refrattari al nuovo 4-3-3 Garcia Style, che poco aveva di simile, se non nei numeri, rispetto a quello della passata stagione di spalettiana memoria.

Certo, alle volte la fortuna aiuta gli audaci e, se magari il portiere orobico Carnesecchi non commette l’errore di rimessa, la partita a Bergamo, per onestà intellettuale, può finire anche in pareggio. Ma se dalla panchina l’allenatore, anziché pensare in primis a non perdere, magari facendo uscire Kvaratskhelia, lancia un messaggio chiaro alla squadra e inserisce Elmas nella posizione a lui più congeniale, forse a quel punto il Dio del Calcio ti dà pure una mano, soprattutto se la partita cade nel giorno della sua scomparsa.

Tutto sommato, anche la difesa ha retto bene contro una squadra come l’Atalanta, da sempre ostica e imbottita di giocatori difficili da marcare. Natan, da oggetto sconosciuto, sta sempre di più prendendosi il ruolo di primo difensore partenopeo.

Nota negativa per Amir Rrahmani, da sempre buon giocatore, ma che ultimamente sta diventando un problema serio. Ci sta da capire bene se le difficoltà sono di natura psico-fisica o di posizionamento. A questo punto, con Mazzarri, attento osservatore delle cose di campo, amante come pochi della tattica, sarà facile capire l’origine di queste prestazioni sotto tono del kosovaro. Se nello scontro con Giroud poteva avere l’attenuante “altezza del francese”, contro Lookman Amir non ha alibi, visto il duello impari dal punto di vista della statura.

Capitolo a parte per gli infortuni. Analizzando quelli di Lindstrom e di Olivera, qualche riflessione è necessaria. Molto probabilmente, qualcosa nella preparazione del Napoli fino ad ora non è andata per il verso giusto. La lesione al muscolo tibiale del danese, così come la lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro dell’uruguaiano, non sono certo traumi da contatto. Partendo da questo, il nuovo preparatore atletico Pondrelli sarà sicuramente chiamato a un compito importante in un calcio moderno dove più che la tecnica conta lo stato fisico dei calciatori.

Si va avanti, ora il vento è sicuramente cambiato sul golfo di Napoli e con la sfrontatezza di chi non ha niente da perdere, gli azzurri partono alla volta della penisola iberica. Destinazione Bernabeu, il tempio del calcio, il luogo sacro di Di Stefano, e chissà che gli azzurri, complice lo sguardo benevole dall’alto del più grande di sempre, Diego Armando Maradona, non riescano a fare lo sgambetto a un Real Madrid incerottato ma pur sempre farcito di grandi campioni.

Vincere aiuta a vincere, e farlo mercoledì sarebbe un evento straordinario, nonché storico. Sarebbe soprattutto un chiaro segnale che il Napoli ha tolto la maschera e che vuole continuare a volare sia in Italia che in Europa.

Gennaro Di Franco