Il programma del Lunedì sera

       

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Osimhen ricorda Spalletti: “Sapeva tutto di città e club, un suo messaggio ci motivò a vincere”

da | 13 Nov 2023 | TOP NEWS

Victor Osimhen, intervenuto a “The Obi One Podcast” – format dell’ex centrocampista del Chelsea John Obi Mikel – , ha parlato delle offerte di mercato ricevute in estate e del suo rapporto con Spalletti.

Questo il pensiero del centravanti del Napoli:

Devo essere sincero, non avevo mai pensato di andarmene l’estate scorsa perché il Napoli voleva trattenermiOfferta dell’Al Hilal? Era folle, ogni volta che rifiutavo incrementavano la proposta economica, ancora e ancora. Era davvero clamorosa, mi avrebbe cambiato la vita e loro non si fermavano più. Ma alla fine gli ho detto: no ragazzi, resto qui. Se adesso voglio continuare a giocare in Europa? Ma certo. Ho avuto dei colloqui ad agosto, per me era una decisione enorme da prendere. Ho parlato col Napoli e abbiamo deciso insieme di rifiutare. Non volevo che la gente pensasse che volessi andarmene. E’ stata una decisione positiva per la mia carriera. Per quanto a calcio si giochi anche per soldi, c’è anche tanto altro.

Premier League? Non ho una squadra preferita, ma ho due magliette: quella del Chelsea e quella del Manchester United. Tanti amici miei sono tifosi del Chelsea, un po’ di meno lo sono dello United. Quello inglese è il campionato più apprezzato e seguito da ogni calciatore africano.

A Napoli l’atmosfera è fantastica, non solo quando entri in campo ma già quando lasci l’hotel. Specialmente nella serate di Champions League. Contro il Liverpool fu una serata fantastica. Quando arrivammo allo stadio c’erano fumogeni ovunque e i tifosi picchiavano sul nostro bus. Come giocatore vedi questa atmosfera e vuoi andare in campo immediatamente. Maradona? Non ho mai visto il suo murales, non ci sono mai stato. Non posso camminare nel centro di Napoli. I tifosi sono fuori dal centro d’allenamento con qualsiasi condizioni per fare una foto o per un autografo. Ma se vado a mangiare una pizza non pago, quando provo a pagare mi dicono di no e mi ringraziano per quello che stavo facendo della città.

Spalletti? Quando si stava per avvicinare il momento dello Scudetto, ci ha mandato un messaggio emozionante. Non è nato a Napoli ma sapeva tutto di questa città, del club e delle sue tradizioni. Ci ha evidenziato cosa avesse potuto significare vincere qui. Ci ha fatto venire la pelle d’oca, fu una grande motivazione e un punto di svolta. Da quel momento in poi affrontammo ogni gara dando il massimo. Contro la Juventus all’intervallo ci fece alzare tutti in piedi, ci guardò negli occhi e ci disse di aver allenato più di mille partite ma di non aver mai vinto un trofeo. Disse che non voleva essere ricordato come l’allenatore senza trofei, così come noi giocatori non volevamo essere ricordati come quelli che non avevano vinto nulla. Ci fece capire che avevamo un’opportunità per cambiare la nostra vita, di scrivere il nostro nome nei libri di storia. Disse: ‘Vincete questa partita e quando torneremo all’aeroporto capirete quello che vi sto dicendo’.

Aver vinto uno Scudetto col Napoli è una grande cosa per me, la gente mi ferma per strada per ringraziarmi. È incredibile”.