Quando si pensa di aver raggiunto il limite…ci si accorge, che in realtà gli incivili sono pronti a superarsi per toccare il fondo. Per esagerare e far parlare sempre di sè. La Spezia è una bella cittadina, vicino al mare. In Liguria, a pochi chilometri da Genova. Le Cinque Terre, il Castello di San Giorgio, il Museo Navale, tra i più antichi al mondo. Una piacevole passeggiata in una città calma, semplice, di onesti lavoratori. Per tanti napoletani, residenti al Nord, la gara di ieri tra Spezia e Napoli, rappresentava anche l’occasione di una giornata diversa. Una domenica lontana dai soliti schemi. All’ora di pranzo, scendono in campo gli azzurri. È un modo per stare accanto alla squadra del cuore. Per sostenere il gruppo di Luciano Spalletti, che sta provando a realizzare, settimana dopo settimana, un’impresa storica.
SCONFITTI IN CAMPO E SUGLI SPALTI – Il Napoli ha un tasso tecnico notevolmente più elevato rispetto ai locali. Che devono pensare a contenere e ripartire. Difendersi in modo maschio. Cercando di mettere l’accento sulla fisicità e sulle provocazioni. Dal campo anche agli spalti. La partita è molto sentita sulle tribune del ‘Picco’, dopo i fatti dello scorso mese di maggio. I tifosi o presunti tali degli Aquilotti avrebbero potuto applaudire la squadra meritamente prima in classifica, che sta viaggiando a una media impressionante. Per punti, reti fatti, reti subite, per ritmi e intensità espressi in campo. E invece, no, una porzione dei sostenitori di casa ha pensato di inveire contro il tecnico del Napoli Luciano Spalletti, che tra l’altro ai tempi di Maradona, giocava proprio a La Spezia. E addirittura infangare la memoria di Diego Armando Maradona, che si sarà rivoltato nella tomba, in Argentina. Il direttore di gara Di Bello avrebbe potuto sospendere la gara, richiamare all’ordine. Nulla, di tutto ciò. Immobile, quasi impotente. Come a dire, nessuno si muove ai vertici del sistema calcio. Il Giudice Sportivo non interviene, e devo farlo proprio io? Chissà se ha pensato a un terribile passo indietro della sua carriera. Le risposte, come al solito, non le avremo mai. Il Napoli domina e vince. Convince e scatena l’ira funesta dei delinquenti, dei criminali. Degli imbecilli, per fortuna una minoranza. Che invadono gli stadi di mezza Italia. Ma nessuno si muove, nessuno decide. Non c’è individuo, dirigente, arbitro o politico che poi interviene concretamente. Questo è il Paese dell’ignoranza. Dell’inciviltà. E dell’ipocrisia. Dove tutti, ma proprio tutti, si ergono sul piedistallo, parlano di proclami, di promesse. Chiacchiere gettate al vento. Scappano via, con il vento di Grecale, di questi giorni. Si disperdono nell’etere. I colpevoli restano impuniti e godono, sempre di più, a insultare, offendere. Come se fosse tutto normale. Come se fosse tutto lecito. Ed è forse questo l’aspetto più grave…
CIRO ACCARDO