Il programma del Lunedì sera

       

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DODICESIMO UOMO – L’insostenibile leggerezza dell’essere

da | 23 Nov 2021 | Redazione

Tredici partite, una sconfitta unica e sola, come per altro già capitato al Milan, che con la nostra squadra condivide il primato in classifica, e all’Inter, che in campionato è terza con ben quattro punti in meno rispetto al Napoli.

La matematica, però, da queste parti non è una scienza esatta, ma finisce davvero con l’essere un’opinione!

Una sconfitta è bastata per far cadere tutti in un pessimismo di leopardiana memoria, ed ecco quindi che è il caso di parafrasare e scomodare Kundera che, ironia della sorte, di nome fa Milan, che con il suo capolavoro “L’insostenibile Leggerezza dell’Essere” ci dà la chiave di lettura per capire quanto importante sia per noi tifosi e squadra la leggerezza, spiegando che la vita è una sola e che ciò che si verifica una sola volta è come se non fosse mai accaduto.

I tedeschi dicono “Einmal ist Kinmal”, ovvero traducendo letteralmente “ciò che si verifica una sola volta (einmal) è come se non fosse accaduto mai (keinmal)”.

Se partiamo da questo assunto e lo facciamo davvero nostro, forse sia noi che la squadra possiamo riuscire a gestire meglio il primo momento di difficoltà del campionato, che tra parentesi era logico aspettarsi che prima o poi sarebbe arrivato.

Perdere a Milano con l’Inter è una cosa che in un’economia di un campionato ci può stare ed anzi, volendo essere leggeri, ci deve stare!

Per quanto, per non far passare la leggerezza per superficialità, capisco bene che la sconfitta bruci a tutti.

Ma se non ci fermiamo al risultato negativo, paradossalmente, possiamo dire che da questa situazione il Napoli ne può uscire rafforzato nello spirito e nella convinzione, e che quest’anno si può e si deve provare a realizzare il nostro sogno nel cuore!

Al gol di Piotr Zielinski tutti noi tifosi pensavamo in una partita in discesa, ma chi conosce il calcio sa bene che per vincere alla “Scala del Calcio” non basta solo segnare per primi, ma continuare ad essere padroni della partita. Ed invece il Napoli, che ora inizia sempre di più a guardare al risultato, ha perso di leggerezza e, di conseguenza, ha iniziato ad arretrare sempre di più il suo baricentro, e a lasciare che l’Inter governasse la partita.

Risultato finale tre a due per i meneghini che, a proposito di leggerezza, giusto per sottolineare, sono alla prima vittoria con una delle sette grandi sorelle del campionato.

Dalle sconfitte nascono le grandi vittorie e quindi, se vogliamo analizzare la partita, vediamo che la stessa ci ha consegnato dati e fatti importanti, uno su tutti il ritorno a pieno regime di Dries Mertens: il napoletano belga, se mai ce ne fosse stato bisogno, si è confermato ancora una volta una risorsa strategica di questa squadra.

Molti inspiegabilmente con la loro pesantezza lo vorrebbero già considerare un ex giocatore, prossimo all’addio al calcio. Poi, ironia della sorte, queste stesse persone desidererebbero per la propria squadra l’ultraquarantenne Zlatan Ibrahimovic.

Inoltre, se mai ce ne fosse stato bisogno, a Milano abbiamo avuto la prova che, assist a parte, Lorenzo Insigne, reduce dalla vittoria di un campionato europeo, ha bisogno di riposo. Se continuiamo a confondere il rendimento insufficiente con la questione psicologica derivante dal “rinnovo”, siamo letteralmente fuori strada: Insigne è in una forma fisica scadente e le partite in nazionale non hanno fatto altro che confermare quanto già sapevamo.

Ora spero che tutti quelli che per forza volevano vederci qualcosa di poco chiaro sull’esclusione del capitano a Salerno dall’undici titolare diano più peso alle parole di mister Spalletti, che nel post gara del derby parlò chiaramente di quanto fosse necessario un attento monitoraggio dello stato fisico del capitano.

Lorenzo l’anno scorso ha fatto gli straordinari tirando fino all’ultima giornata di campionato. È sempre bene ricordare che questi giocatori sono umani e non robot. Anche  Koulibaly, ad esempio,dopo la Coppa d’Africa del 2019, fece una stagione con un rendimento non certo all’altezza della sua fama mondiale.

Per ultimo lasciatemi fare il mio più grosso in bocca al lupo a Victor Osimhen, resosi protagonista ancora una volta di un brutto infortunio. Anche questo episodio ci dovrebbe insegnare qualcosa di importante, la parola d’ordine deve essere leggerezza.

Sport nazionale per le prime tredici partite è stato capire cosa sarebbe successo con la convocazione in Coppa d’Africa dei nostri giocatori africani.

Il problema va affrontato a tempo debito e non con tre mesi di anticipo, paradossalmente nella città dove la filosofia imperante è quella del “A domani Dio ci pensa”. Nel calcio non trova applicazione, vogliamo programmare tutto e avere tutto ben definito fino all’ultima giornata di campionato.

Leggerezza, Signori! Questo deve essere il credo di noi tifosi, e soprattutto della squadra. È necessario, oserei dire vitale, per non ripetere gli errori del passato, che questo gruppo impari a scendere in campo senza troppi calcoli, senza pensare troppo al risultato e alle sue conseguenze.

Perché ciò che si verifica una sola volta nella vita è come se non fosse mai accaduto.

Nulla è perduto, la stagione è lunga ed il “proprietario del condominio” si stabilisce a maggio, non certo a dicembre.

Gennaro Di Franco