da Andrea Amato | Ott 20, 2021 | Redazione
Benvenuti alla diretta testuale della conferenza stampa che l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti ed il difensore azzurro Kalidou Koulibaly terranno presso il Konami Center di Castel Volturno. Entrambi presenteranno ai cronisti in sala la sfida tra Napoli e Legia Varsavia, valida per la terza giornata del girone C di Europa League ed in programma domani alle ore 21 allo Stadio Diego Armando Maradona.
-Entrano in sala Luciano Spalletti e Kalidou Koulibaly per presentare la sfida di domani contro il Legia Varsavia, prima domanda per il difensore azzurro.
–E’ già decisiva la gara di domani? Cosa servirà per avere la meglio sul Legia Varsavia?
“Loro si chiudono bene e sono pericolosi quando ripartono, l’abbiamo già visto. Se sono primi nel girone non è per fortuna, è perché lo meritano, hanno fatto gol all’ultimo con lo Spartak, ma nell’ultima con il Leicester hanno fatto molto bene. Domani aspetteranno per ripartire, non dovremo dargli niente e dovremo fare gol al più presto, altrimenti servirà pazienza. Con la solidità dietro potremo vincere la partita. In EL abbiamo preso troppi gol e mi dà fastidio perché abbiamo giocatori di livello dietro, ma è un discorso di squadra, di testa. Dobbiamo iniziare ad essere solidi perché sappiamo che davanti con i fenomeni possiamo segnare in qualsiasi momento. Dovremo trovare la stessa solidità del campionato. Questo è il nostro obiettivo. Io non mi faccio tanti problemi, da domani spero ritroveremo questa solidità”.
–Ti lusinga essere chiamato ‘il comandante’ da Spalletti? Lo spogliatoio è unito?
“Mi fa piacere, ma sappiamo che tutti sono importanti, dobbiamo dare il 100%, poi il mister mi chiede qualcosa di più, motivare gli altri, già lo facevo di mio ed il mister mi ha detto che la squadra ha bisogno di questo. Nello spogliatoio si sta bene, quando si vince è più facile, stiamo facendo bene e dobbiamo continuare così già da domani”.
–C’è voglia di rivalsa dopo la scorsa stagione?
“Quella attuale è una delle squadre più forti in cui ho giocato, l’anno scorso ci è mancato qualcosa, abbiamo subito troppi infortuni. Spalletti è venuto e ci ha detto che siamo un gruppo di campioni. Dobbiamo dimostrarlo sul campo, non sulla carta. Dobbiamo pensare e vincere partita dopo partita, avevo ragione a dire già l’anno scorso che era una delle rose più forti, lo è, ma sappiamo che dopo questo inizio tutti vorranno vincere contro di noi ancora di più”.
–Cosa cambia in Europa? Quanto la scuola italiana ti ha permesso di migliorare?
“Ogni paese ha il suo calcio, in Inghilterra giocano con più intensità, corsa e non gestiscono la partita, noi lo facciamo di più. Penso che con lo Spartak s’è visto comunque un grande Napoli ma eravamo in 10, quella partita ci ha dato degli insegnamenti sul calcio che dobbiamo giocare. Domani sarà diverso, loro saranno molto chiusi, ma siamo pronti ad adeguarci al calcio che ci propongono, l’importante è vincere. Sulla scuola italiana sono fortunato, tutti gli allenatori mi hanno insegnato qualcosa da Benitez fino a Spalletti, per un difensore è la migliore scuola tattica, io ne avevo tanto bisogno e mi ha reso quello che sono oggi”.
–Quanto è importante il primo posto per evitare gli spareggi europei quando sarete in Coppa d’Africa?
“L’importante è qualificarsi, sarebbe un peccato non andare avanti, faremo di tutto per essere primi ovviamente, ma non pensiamo troppo lontano, ci sono tante partite prima e metterci bene. Sarà in bilico fino all’ultima gara, poi ci penseremo”.
–Il difensore azzurro è tornato poi sull’episodio vergognoso di razzismo accaduto a Firenze:
“L’ho superato, ho compagni e uno staff che mi sta sempre dietro, ho ricevuto tanti messaggi da personaggi pubblici e mi ha fatto molto piacere. Mi dispiace per quel ragazzo, ma non ho dormito per 2 notti, pensavo anche di aver sbagliato io. Mi dispiace molto, anche da Firenze mi hanno chiamato per parlare con gli alunni e poi chiamare anche questa persona e per me non ci sarebbero problemi per capire cosa è scattato nella sua testa. L’importante è continuare in questa lotta, io ci tengo molto”.
–La parola passa ora a Luciano Spalletti, che inizia a presentare così il match di domani:
“É una gara decisiva, se non vinciamo sarà durissima restare nella competizione. Porteremo in questa gara tutte le attenzioni e motivazioni possibili, ci può essere anche un rafforzamento come mentalità per essere tosti e continui nel campionato. La rosa ce lo permette, abbiamo un numero di calciatori che sono di livello alto, top, per stare dentro questa competizione”.
–Che tipo di turnover farà per una gara decisiva?
“Parlare di turnover è offensivo, io non ne parlo. Io parlo di passare il turno, che è diverso. La rosa ce lo permette e se si vede all’inizio del campionato, giocavano Meret, Manolas, Lobotka fino all’infortunio, chi gioca adesso non è per turnover, sono altri titolari. E’ un modo di dire? Sì, ma che va cambiato. Mertens gioca perché si fa turnover? No, perché è un altro titolare. Con Demme è turnover?”.
–Sulla fascia sinistra ci sarà Juan Jesus al posto dello squalificato Mario Rui?
“Può fare anche quel ruolo lì, con altre caratteristiche, ma è veloce, resistente anche per le scorribande sulla fascia, io prendo sempre tutto il tempo per la formazione, ma potrebbe esserci e poi si faranno valutazioni complessive con lo staff anche medico per valutazioni pure scientifiche sulla fatica e così si sceglie la formazione per vincere, perché noi vogliamo vincerla”.
–Il gol col Torino nasce da un rimpallo, ma prima da tanto calcio, tanto lavoro. É un indizio che è la tua squadra più forte?
“Non lo so, si deve vedere in fondo, ci sono tante trappole e tanti proveranno a piazzarle. Questa domanda va rifatta in fondo, ma gli ingredienti ci sono tutti per un Napoli forte. Io sono stato fortunato, ho avuto grandi squadre nel mio percorso. La qualità in quell’azione sulla trequarti dà tanti sbocchi per vincere le partite con un calcio offensivo, noi abbiamo lo stretto e poi Osimhen nel lungo, quindi possiamo andare con ogni composizione tattica degli avversari senza scomporci”.
–Quanto è importante il ritorno di Mertens?
“Importantissimo. Ci permette di avere più titolari, più certezze, più leader, è uno di quelli che si prende le responsabilità, sa come si fa. Eravamo lì ad aspettarlo, ci fa piacere, come Demme, Lobotka, avere tanti elementi ci permette di sopperire al problemino di Zielinski ad esempio che non sarà della partita. Questo fa la differenza nella lunghezza del campionato”.
–Per Osimhen un vero e proprio tour de force di partite negli ultimi due mesi, domani è l’occasione giusta per farlo riposare? Al suo posto Mertens o Petagna?
“Ci sono giocatori che hanno muscoli differenti da altri, soprattutto i giocatori di colore hanno questa potenzialità qui, si rigenerano velocemente per fare numeri che non ci aspettiamo nelle corse. Come Koulibaly, che abbiamo sempre usato, poi il giorno dopo se gli chiedi di allenarsi con gli altri non hanno problemi. In questo caso, avendo una rosa così, si può fare un po’ di attenzione, ma ci sono anche altre problematiche. Probabilmente domani può essere anche della partita, ma con la qualità che abbiamo non lo faccio partire dall’inizio. Per Mertens prima abbiamo parlato di qualità sullo stretto prima, loro si chiudono bene, è questo li ha portati in testa al girone. Sia con Mertens palleggiando che con Petagna ci sono le caratteristiche utili con il Legia”.
–La pressione è benzina psicologica o da dribblare?
“Se vuoi avere successi importanti devi gestire queste cose, quando una cosa la racconti poi devi trovare altro per ulteriori ragionamenti perché gli altri la studiano e vanno ad assorbire le qualità. Noi dobbiamo sapere che le squadre che incontriamo sono motivate dai nostri risultati e dalla nostra classifica e noi dobbiamo essere consapevoli ed umili di lavorare ancora più in profondità”.
–Con lei non sembrano più esserci problemi interni...
“Dipende sempre dall’intelligenza dei giocatori, forse sono subentrate cose differenti. Sono dei professionisti veri, sanno i loro obblighi, sono prigionieri nell’esibire un impegno in un contesto di gruppo, sono i risultati di gruppo a fare la differenza, non quelli individuali. Devono saper coesistere, stare insieme e collaborare, così si fanno risultati, non può esserci un Napoli vincente senza risultati di squadra”.
–Sulla reazione di Lozano dopo la sostituzione contro il Torino, Spalletti ha poi aggiunto:
“S’è esagerato un po’, avevamo bisogno di determinate qualità, poi hanno iniziato a sparare palloni in area e c’era bisogno per 5 minuti di quei contrasti, l’ho tolto ad un minuto dalla fine mi pare, era dispiaciuto ma è comprensibile. E’ bastato tornare al campo per vedere come ha reagito e condiviso la vittoria con gli altri ed è tutto ok. Come abbiamo detto, l’obiettivo è vincere le partite, poi ci sono anche quelli che non hanno giocato, chi non gioca da più partite, poi ci sono i ruoli e le caratteristiche. Succede con le cinque sostituzioni quando hai necessità di qualcos’altro, fa parte del mio ruolo, non è vietato sostituire chi ho messo in campo, poi è chiaro che glielo vado a spiegare, mi servivano caratteristiche differenti, potevo scegliere anche un altro, ma serviva anche fisicità per quei 5 minuti, non ripartenze, una volta sbloccata devi mantenere il risultato”.
–A Roma pensano già al Napoli, qui invece al Legia. Questo aiuta mentalmente?
“Io da domenica ad oggi non ho avuto tempo per tutte le cose e non posso metterci anche la Roma, per noi domani è un passaggio fondamentale per il nostro futuro ed i giocatori lo sanno. Chi pensa ad altro se non a vincere sbaglia”.
–Insigne è sereno?
“Serenissimo, è un leader della squadra, poi capita anche ad un leader di sbagliare un rigore ma si deve fare il Napoli nonostante questo, lui l’ha già dimostrato e perciò ho detto cosa deve dimostrare ancora. Sa che si deve reagire in certi momenti, ha sbagliato un rigore o due, forse tre, ma può succedere. Cambiare rigorista non ci darebbe certezze di fare gol e si metterebbe solo a rischio certezze di cui adesso non possiamo fare a meno. Poi è chiaro che ci sono momenti dentro la partita particolarmente emotivi e vedremo come sta in quel momento e ne parlerà con i compagni, ho visto giocatori scelti fatti entrare per tirare un rigore e poi sbagliarlo. Quindi di cosa si parla? Serve lealtà ed onestà e se ne parlerà anche da soli senza bisogno dell’allenatore che può solo percepire lo stato emotivo”.
-Si chiude la conferenza stampa in preparazione alla sfida di Europa League contro il Legia Varsavia.