Il programma del Lunedì sera

       

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Fedele: “Il Napoli rischia di non accedere alla Champions, assurdo parlare di scudetto”

da | 1 Set 2021 | Redazione

Abbiamo raggiunto telefonicamente Enrico Fedele, noto Dirigente e procuratore sportivo. Nel giudicare il mercato del Napoli ha sottolineato l’immobilismo della società azzurra, che a suo modo di vedere ha due motivazioni:


“L’immobilismo del Napoli è dettato dai tempi che sono cambiati. Il Covid ha messo in ginocchio diverse società italiane, il Napoli inoltre viene da due anni senza Champions, ha perso la bellezza di 100 milioni e quindi sta consumando il tesoretto accumulato negli anni precedenti. Poi ci sono responsabilità di altro tipo, perché con qualche acquisto non oneroso, di finanza creativa, si poteva migliorare ed evitare un rischio che io attualmente vedo molto forte. Il Napoli rischia seriamente di non andare in Champions nemmeno quest’anno e le conseguenze sarebbero disastrose!”

Il Napoli rischia di non qualificarsi in Champions? C’è chi parla di lotta scudetto…
“Il discorso è semplice. L’Inter secondo me è più organizzata e punta al titolo, il Napoli può finire secondo così come settimo, dipende da quel che accade durante l’anno perché ci sono sei squadre con potenzialità simili. Proprio per questo sarebbe bastato poco per garantirsi un accesso alla Champions meno problematico. La parola scudetto bisogna toglierla da mezzo immediatamente, non creiamo false illusioni. Nemmeno con un mercato diverso avrebbe potuto ambire allo scudetto, figuriamoci così”.

La cessione di Petagna sfumata all’ultima giornata e l’affare Caputo. Come sono andate le cose?
“L’operazione di Caputo alla Sampdoria non l’ho seguita direttamente perché l’ha curata mio figlio (agente del giocatore) ma sicuramente il fatto che Petagna non è andato a buon fine ha favorito l’operazione fortemente voluta dal direttore Faggiano che conosce molto bene il giocatore e sa cosa può dare ai blucerchiati. Però della vicenda Petagna mi incuriosisce un aspetto, che è il cambio repentino di visione sul giocatore. Il punto di vista e le decisioni mutano a seconda di un pallone che prende il palo o che entra in porta. Un portiere viene valutato da una parata o da una papera. Il calcio è così, tutto il contrario di tutto, ma non lo capisco. Però la verità è che il calcio è un’industria fondata sull’umore e così deve andare. Da un punto di vista tecnico il Napoli ha fatto la cosa giusta: su sette attaccanti un altro Petagna non ce l’ha, quindi è giusto averlo tenuto”.