Il programma del Lunedì sera

       

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Dramma Eriksen, ancora Kjaer: “Ho agito di puro istinto”

da | 19 Ago 2021 | Redazione

«Non sono un eroe», dice subito Simon Kjaer, come a voler chiudere già il discorso. Di quella storia preferirebbe non parlare e infatti finora non l’ha mai fatto. Solo un post sui social, qualche giorno dopo l’episodio: «Quel momento farà parte di me per sempre», fu il messaggio. Non si sente un eroe e non vuole essere chiamato così. Lo dice più volte, nel corso dell’intervista in esclusiva al Corriere della Sera. «Ho fatto solo quello che dovevo fare, senza pensarci, come avrebbe fatto chiunque altro». Una cosa è certa: la sicurezza e la prontezza con cui pronuncia queste parole sono le stesse che il 12 giugno scorso, durante Danimarca-Finlandia degli Europei, gli hanno permesso di salvare la vita al suo compagno di squadra Christian Eriksen, crollato in campo per un arresto cardiaco. Dopo aver fatto il giro del mondo, quella scena è ancora stampata nella memoria di tutti noi: la corsa verso il compagno che cade a terra con gli occhi spalancati, la freddezza di estrargli la lingua dalla bocca impedendogli di soffocare, il primo massaggio cardiaco, l’intervento dei medici, infine l’abbraccio alla moglie dell’amico, disperata e in lacrime, in mezzo al campo.

Due mesi dopo, che ricordo resta di quel giorno? «Prima la festa, poi il silenzio. Era un giorno storico per tutti noi danesi, la prima partita dell’Europeo, in casa nostra. Poi è successo quello che è successo. Ho avuto la prontezza di restare lucido, come tutti i miei compagni. È stato un lavoro di squadra, avremmo fatto ovviamente lo stesso se fosse stato un avversario. Tutto qua. L’unica cosa che conta è che Christian ora stia bene. Solo quello è importante». Di lei ha impressionato il sangue freddo. «L’ho fatto senza riflettere. L’istinto mi guidava e ho fatto quello che dovevo, automaticamente. Era la prima volta che mi succedeva, spero sia anche l’ultima».

Non crede che tutti i giocatori, e forse non solo, dovrebbero imparare le tecniche di rianimazione? «Certamente. Spero che quell’immagine abbia sensibilizzato sul tema. I medici sono stati bravissimi, sono intervenuti subito, ma di sicuro sapere cosa fare in certi momenti è fondamentale. Può salvare una vita». I tifosi del Milan ora la vogliono capitano. «Un capitano ce l’abbiamo già e si chiama Romagnoli. Fra noi c’è grande sintonia e sportività. Non m’interessa la fascia. Io do il massimo sempre e comunque».