Il programma del Lunedì sera

       

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DODICESIMO UOMO – Passione e attenzione

da | 19 Mag 2021 | Redazione

Finalmente ci siamo! 

In un campionato che passerà alla storia come quello della pandemia Covid, siamo giunti all’ultima gara, all’ultimo turno di campionato, che presenta ancora una sfida affascinante per le qualificazioni in Champions League.

Per l’Europa che conta restano disponibili tre posti per 4 squadre (Atalanta, Napoli, Milan e Juve), con i partenopei padroni del proprio destino.

Domenica sera al Diego Armando Maradona va in scena Napoli-Verona. Contro una rivale storica, gli azzurri scenderanno in campo per staccare il pass prestigioso per la piu importante competizione continentale.

Dovranno fare i conti con una società che, a dire il vero, negli ultimi anni si è dimostrata sul mercato molto più amica di tante altre. Nel recente passato a lasciare l’arena di Verona, per trasferirsi alle falde del Vesuvio, è stato Jorginho, quest’anno è arrivato Rrahmani e in futuro, chissà, forse quel Mattia Zaccagni trequartista romagnolo che ben si adatterebbe a squadra e città.

Come Ulisse e compagni superarono Scilla e Cariddi, così Insigne e compagni domenica sono stati abili a superare la Fiorentina, in una partita che, come ha dimostrato l’ardore agonistico messo in campo da Càceres e Vlahovic, non era affatto da sottovalutare.

Questa volta l’albergo scelto dagli azzurri ci è proprio piaciuto. Il Napoli esce fuori dal Comunale di Firenze rafforzato nella classifica e nella mente, su un campo che fu fatale a Sarri per la corsa scudetto del 2018, con gli azzurri capaci di totalizzare ben 91 punti, quota record per una squadra arrivata seconda.

Oggi basta pensare che l’Inter domenica, vincendo, potrà totalizzare quota 91 e i nerazzurri sono già Campioni d’Italia da due turni.

Pensando all’Inter non si può da tifoso non pensare alla partita “farsa” di sabato scorso a Torino. Tanti sono gli interrogativi che mi pongo, uno su tutti: Questo spettacolo è davvero degno di uno dei campionati più importanti del mondo?

Credo che, se persino capitani bianconeri di lungo corso, come Del Piero e Marocchi, si sono indignati per alcuni atteggiamenti visti in campo, noi tifosi non possiamo non interrogarci su quello che sta succedendo al nostro calcio, pur correndo il rischio di essere tacciati di vittimismo.

Proprio per evitare tale accusa, preferisco tacere su episodi arbitrali o sui plateali comportamenti anti sportivi di singoli giocatori da sempre recidivi. 

Qui l’analisi per il bene del calcio va fatta al di là del colore della sciarpa; è arrivato sicuramente il momento di rivedere tutto.

Da tifoso denuncio che non si può continuare così! Partite importanti che possono determinare uno scudetto, una qualificazione europea o una retrocessione non possono non essere giocate senza contemporaneità. 

Pur capendo quanto oggi siano importanti i diritti televisivi nel fatturato di una squadra di calcio, è necessario trovare una soluzione.

Un’amara osservazione: ci avete fatto caso da quanto tempo in Serie A una squadra non festeggia in campo uno scudetto? 

Ormai siamo costretti a vedere festeggiamenti che si consumano in alberghi in ritiro o, peggio ancora, in case di ogni singolo giocatore. Queste situazioni fanno veramente il bene del calcio Italiano?

Per rendere più credibile e sicuramente più avvincente il nostro campionato, non è il caso di pensare seriamente a play off e play out?

Da tifoso mi fa strano notare come le stesse società  fondatrici della Superlega, nel declamare il loro progetto, facessero riferimento all’Nba americana, e come le stesse dirigenze non abbiano poi mai proposto con forza i play out e play off che tanto farebbero bene allo spettacolo, come dimostra la palla a spicchi.

La Passione di noi tifosi è eterna e ci rende schiavi. Questo ci ha portato a vedere partite di campionato il martedì sera, maglie da colori improponibili e festeggiamenti o retrocessioni consumati davanti alla tv e non sul campo.

Ma se questo calcio non si darà nuove e chiare regole finirà per non interessare alle nuove generazioni e a quel punto non solo gli stadi saranno vuoti ma pure i divani!

Gennaro Di Franco