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Addio Maradona, il ricordo dello studio de Il Bello del Calcio

da | 30 Nov 2020 | Redazione

Il ricordo di Diego Armando Maradona è ancora presente in città ma anche tra molti addetti ai lavori, anche nello studio de Il Bello del Calcio i nostri ospiti hanno voluto dedicare il loro tributo alla figura del Pibe de Oro.

Queste le dichiarazioni dei nostri opinionisti.

Sandro Altobelli: “E’ stata una settimana triste, questa è una tragedia pura. Diego in campo era il numero uno e nessuno sarà mai come lui. Mi ha dato molto fastidio sentir parlare di lui in un certo modo per la sua vita privata. Tutti abbiamo scheletri nell’armadio. Era un ragazzo d’oro, pochi mesi fa abbiamo passato una serata insieme con amici a casa del presidente della FIFA ed abbiamo parlato di calcio. Ieri proprio Infantino mi ha contattato riferendomi che verrà organizzata una partita in memoria di Maradona”.

Oscar Damiani: “Senza entrare nel merito delle sue qualità vi racconto un aneddoto su di lui. Ero a fine carriera nel 1984 ospite di Rino Marchesi a Castel del Piano, c’erano Diego e Bertoni con i quali ho giocato qualche partitella in allenamento. Lui non sapeva ancora esprimersi bene nella nostra lingua ma quelle sedute insieme sono stati momenti indmenticabili che porterò sempre con me”.

Roberto Rambaudi: “Non lo conoscevo di persona, ma sono rimasto molto commosso da quanto è successo e lo sono ancora adesso. La sua morte ha unito la gente e spinto la gente a radunarsi nonostante l’emergenza Covid ancora in corso. Quest’uomo, se ne parli bene o male, ha unito tutti con le sue gesta calcistiche”.

Adriano Bacconi: “Difficile aggiungere molto. Ebbi la fortuna di poterlo intervistare nel periodo in cui era ricoverato a Cuba. Aveva entusiasmo per la vita e voglia di raccontare il calcio. In quell’ora che ci ha dedicato è come se avesse scritto il manuale del gioco, dalle punizioni in base al movimento del portiere al dribbling e al rapporto con i suoi compagni di squadra. Il gol di mano, diceva, è forse il più bello della sua carriera perché si era allenato a farlo e ad essere in generale più furbo dei suoi avversari. Sentendolo parlare capisci che era un talento nel cervello prima che nei piedi e questo l’ha trasmesso a tutti i suoi compagni”.

Massimo Caputi: “Ricordo una vigilia di Fiorentina-Napoli con gli azzurri in ritiro a Coverciano. C’erano tantissimi giornalisti ma ricordo che lui decise di voler parlare solo con me. Questa è una cosa che non potrò mai dimenticare”.

Ciccio Marolda: “Maradona non è stato solo un campione in campo, quando è arrivato ha trovato una città depressa per il terremoto del 1980 e divisa dal punto di vista sociale e culturale. Lui disse chiaramente a tutti ‘Qui si può vincere’ e così è stato. Napoli ha vinto solo nel calcio ma è stato un grande successo. In questi giorni sono stato al San Paolo due volte, i napoletani sono stati molto composti nelle celebrazioni”.

Stefan Schwoch: “Non capisco sinceramente le polemiche sulla vita privata di Maradona in questi giorni. Quello che è stato capace di fare Diego non lo farà mai nessuno, sembrava avere una terza mano piuttosto che un piede sinistro. A chi ne parla male auguro solo riescano a fare la metà delle cose che ha fatto lui per i suoi amici e chi gli stava vicino”.

Mario Sconcerti: “Dico molto sinceramente che ho provato profonda invidia per chi ha potuto giocare a pallone con lui. L’ho sempre guardato con profondo rispetto e ammirazione, chiunque di noi fa i suoi errori e viene giudicato. Maradona è stato tutto quello che avrebbero voluto essere molte persone che amano il calcio. Lo ‘invidio’ molto”.