L’ex esterno belga dell’Atalanta Timothy Castagne, dopo aver siglato il suo primo gol all’esordio con la maglia del Leicester, ha rilasciato una interessante intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: “Sono felice e carico. Ho sempre avuto il desiderio di giocare in Premier, il torneo più bello e competitivo del mondo. E finalmente, eccomi qui. Addio all’Atalanta? Avrei potuto rinnovare il contratto ma la decisione è maturata dopo la partita contro il Psg. I soldi non c’entrano, ha pesato la situazione tecnica. Sono stato provato nell’undici titolare tutta la settimana, alla vigilia sono stato escluso. Onestamente, è stata una sorpresa. Inoltre avevo bisogno di giocare con regolarità, nello stesso ruolo: una volta ero a destra, un’altra a sinistra, un’altra in panchina… Non era proprio il massimo. Detto ciò, non potrei mai parlare male di qualcuno: semplicemente, volevo trovare continuità”.
Castagne si è poi dilungato sul rapporto non esattamente idilliaco con il suo ex allenatore Gian Piero Gasperini: “Tecnicamente e tatticamente è uno dei top in assoluto, ma a livello umano non c’era un grande rapporto, non perché ci fosse qualche particolare problema tra noi. Ha il suo modo di fare: per esempio, se stai fuori sarebbe importante avere una spiegazione da parte dell’allenatore, aspetto che con lui mancava. Ma va bene così: ciò mi ha reso più forte mentalmente. A Bergamo è fondamentale capire e adattarsi al gioco di Gasperini: se ce la fai, non ti fermi più. Come club per un giovane solo l’Ajax può essere superiore”.