Il programma del Lunedì sera

       

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Gabbiadini: “Coronavirus? Non ci credevo. Bisogna stare attenti”

da | 21 Mar 2020 | Flash

Manolo Gabbiadini, attaccante della Sampdoria, è stato il secondo calciatore del campionato di Serie A (dopo Rugani della Juventus) a risultare positivo al Coronavirus. Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Gazzetta Dello Sport, l’ex Napoli ha parlato della situazione che ha vissuto negli scorsi giorni.

Queste le sue parole riportate dal quotidiano: “Ho sentito un po’ di febbre la sera del 10 marzo, ma non ho pensato al virus. Quella notte ho dormito male, al mattino mi girava la testa ma non ero caldo. Ho misurato la febbre e avevo 37,5. Ho chiamato il dottor Baldari della Samp, ma anche in questo caso non ho pensato al virus. Martina, mia moglie, mi ha però suggerito di chiedere il tampone perché a casa abbiamo due bimbi piccoli. Il dottore è venuto a farlo e ci siamo dati appuntamento al giorno dopo. Giovedì stavo benissimo, era passata la febbre. Alle 15 mi ha chiamato il dottore per dirmi che ero positivo. Gli ho chiesto se stesse scherzando, anche se era ovvio che fosse serio. Non me l’aspettavo perché la febbre era passata subito. Da quel momento ho cominciato davvero a riflettere sul coronavirus, se il dottore mi avesse detto di aspettare ancora un giorno prima di decidere se fare il tampone non lo avrei più chiesto visto che mi sentivo bene. E magari, pensando di non essere positivo, sarei andato a comprare la frutta sotto casa rischiando di trasmettere il virus a un anziano in modo assolutamente inconsapevole: un pensiero bruttissimo, che mi tormenta. Ho capito che ci sono tanti positivi che nemmeno lo sanno e allora la battaglia si vince solo in un modo: rispettando le direttive e restando a casa. Io non ho competenze politiche o sanitarie, però probabilmente chiudere davvero tutto per quindici giorni sarebbe stato giusto. Credo che tutti avessimo sottovalutato il problema. Era difficile prevedere un’epidemia così grave”.