Forse è solo un caso che il Napoli, da quando si è infortunato Kevin De Bruyne, abbia segnato solamente 1 gol nelle ultime 3 partite.
Forse è solo un caso che la squadra di Conte, da quando il belga non è più in campo (e non lo sarà per altri 4 mesi circa), non abbia più sprazzi di qualità e disinvoltura nel palleggio.
Forse è solo un caso che gli azzurri, da quando l’ex City ha rimediato una lesione di alto grado al bicipite femorale destro, fatichino a trovare la giocata giusta.
Forse è solo un caso che, senza De Bruyne, l’unica rete realizzata sia arrivata sugli sviluppi di un calcio piazzato contro il Lecce che lotta per la salvezza.
Forse è solo un caso che, con l’assenza di Kevin, il Napoli abbia concesso al Como la possibilità di concludere l’incontro con un possesso palla superiore (55%).
Forse è solo un caso che contro l’Eintracht, non essendoci più De Bruyne ad aiutare Lobotka in fase di costruzione, Anguissa sia stato costretto ad abbassarsi diverse volte come secondo regista, e che poi non abbia avuto lucidità – dopo l’ennesima partita stremante dal punto di vista fisico – nella più grande occasione creata dagli azzurri.
Forse è solo un caso che, da quando De Bruyne si è infortunato, il ritorno al 4-3-3 non sembra dare i frutti sperati.
Forse è solo un caso che, senza quello che è stato definito il “problema” del Napoli, di problemi ce ne sono ancora tanti.
Forse è solo un caso. O forse Kevin De Bruyne non era affatto un “problema”.
Fabrizio Parascandolo


