Il programma del Lunedì sera

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Undici Billing

da | 25 Ott 2025 | Redazione, Serie A, TOP NEWS, Ultime news

“Loro sono convinti di essere i più forti! Non questa sera, in casa nostra, davanti alla nostra gente.”

Con questa frase, destinata a rimanere nella storia del Napoli, Antonio Conte l’anno scorso motivò i propri calciatori negli spogliatoi del Diego Armando Maradona, tra il primo e il secondo tempo di Napoli – Inter. Alla luce dei fatti, quella partita valse mezzo scudetto – e forse anche tre quarti. Il Napoli, grazie a un gol di Philip Billing, riuscì a pareggiare e a strappare un punto, un misero punto, ai campioni d’Italia. Ma quel punto, alla fine, piaccia o no, è valso il quarto scudetto del Napoli.

Signore e signori, mettetevi comodi, perché oggi va in scena allo stadio Diego Armando Maradona Napoli – Inter, la “classica” del campionato italiano. Alla ottava giornata, la classifica recita così: Napoli e Inter appaiate a 15 punti, entrambe al secondo posto, in una Serie A che ieri sera ha registrato anche il pareggio del Milan in casa con la cenerentola Pisa. Un campionato che finora si è dimostrato sì avvincente, ma perché livellato verso il basso e, proprio per questo, terribilmente equilibrato.

C’è molta attesa per questa partita. Direi anzi che c’è fame di capire cosa sia davvero il Napoli e in che stato si trovi dopo la sonora sconfitta rimediata in Olanda, con il punteggio tennistico di 6 a 2. Gli azzurri sono chiamati a una vera e propria prestazione di responsabilità. Troppo brutto per essere vero, il Napoli visto contro il PSV Eindhoven. Per fortuna si gioca ogni tre giorni, e la sfida con l’Inter può rivelarsi una vera manna dal cielo per gli uomini di Conte, che con un risultato positivo potrebbero gridare al mondo calcistico:

“Il ciuccio è ferito, ma non è morto!”

Certo, le notizie che arrivano dall’infermeria azzurra non sono incoraggianti. Agli infortunati storici si aggiunge l’indisponibilità confermata del danese Højlund e – last second – la frattura al metatarso di Alex Meret, al quale vanno i più sinceri auguri di pronta guarigione. Rientrare nel 2026 sarebbe già un successo.

Notizie che, di certo, non mettono di buon umore i tifosi azzurri, già provati nello spirito non solo dai risultati, ma anche dalle prestazioni scialbe dei propri beniamini.

L’autogol di Buongiorno, il gol dell’ex Simeone a Torino e l’espulsione di Di Lorenzo contro il City hanno chiaramente mostrato che il Napoli, quest’anno, non sembra in grado di reagire sul campo agli episodi sfavorevoli che, in una partita di calcio, possono capitare. Strano, davvero molto strano, per una squadra targata Antonio Conte.

Oggi, poi, non sarà affatto facile avere la meglio sull’Internazionale di Milano, squadra che – vale la pena ricordarlo – l’anno scorso è arrivata seconda in campionato e finalista di Champions League. In più, Marotta e compagni hanno ulteriormente rinforzato la rosa, soprattutto nel reparto offensivo. Va dato atto ai nerazzurri che, sotto la guida di Chivu, hanno smaltito brillantemente le “diossine” accumulate l’anno scorso dopo la pesante sconfitta per 5-0 nella finale di Champions.

A loro mancherà Marcus Thuram, un attaccante capace di fare la differenza; a noi, invece, mezza squadra titolare. Ma questo non deve rappresentare un alibi per Di Lorenzo e compagni. Bisogna scendere in campo con forza mentale, dimostrando nei fatti di essere una squadra vera, in cui ogni compagno aiuta l’altro, per scacciare con decisione i fantasmi di una stagione che non può – e non deve – assomigliare a quella nefasta del post terzo scudetto.

A chi mi chiede come si fa a vincere questa partita, ho una sola risposta: oggi, allo Stadio Diego Armando Maradona, non conterà solo l’aspetto tecnico, ma soprattutto quello mentale. Il Napoli deve ritrovare quella determinazione e quello spirito di sacrificio che l’anno scorso gli hanno permesso di vincere con merito il quarto scudetto, che oggi gli azzurri portano fieramente sul petto.

Oggi, all’impianto di Fuorigrotta, devono scendere in campo undici Billing, un calciatore che – potete giurarci – è ancora oggi un vero e proprio incubo per ogni nerazzurro.

Gennaro Di Franco