Oggi comincia finalmente l’avventura azzurra in Champions League. Inizia un viaggio che vedrà la squadra di Antonio Conte percorrere tutta Europa, un viaggio che tutti i tifosi azzurri sperano sia lungo e fatto da protagonisti. I tifosi sono pronti a fare la loro parte e non vedono l’ora di sfoggiare il loro pezzo migliore: il loro urlo Champions, vero e proprio marchio di fabbrica del San Paolo, oggi Stadio Diego Armando Maradona.
È da anni una sorta di “santuario” calcistico, dove la leggendaria passione dei tifosi napoletani può mettere in difficoltà anche i più grandi campioni del calcio mondiale. Non è un segreto che, quando si gioca a Napoli, l’atmosfera possa risultare… un po’ intensa per i visitatori. E chi meglio dei calciatori stessi può raccontare l’esperienza di giocare in uno degli stadi che produce più “vibes” d’Europa?
Tanti i top player che hanno messo piede all’impianto di Fuorigrotta, e che hanno fornito una chiara conferma che, se sei un avversario, l’ultima cosa che vuoi è sentire quei cori.
Cristiano Ronaldo nel 2017 parlò di un urlo che “fa vedere le stelle”. Durante gli ottavi di finale di Champions League tra Real Madrid e Napoli, Cristiano Ronaldo ha avuto il piacere di testare di persona la forza dell’atmosfera partenopea. La sua reazione? Commentò a fine partita l’intensità dei cori, che erano talmente forti da “scuotere l’intero stadio”. Il grande fuoriclasse portoghese ammise che, anche per un professionista come lui, giocare in quel contesto richiede una certa dose di “resistenza psicologica”.
Anche Pep Guardiola, tecnico del Manchester City, ospite al Maradona nel 2017, ha voluto condividere la sua esperienza sul tifo napoletano. Pep definì la passione dei tifosi partenopei “magica”. Guardiola ammise che quella del San Paolo fosse stata una delle partite più difficili della sua carriera, nonostante la vittoria. E se un allenatore come lui, che ha vinto praticamente tutto, si fa impressionare, forse c’è qualcosa di speciale (o di un po’ spaventoso) nell’aria.
Altri testimoni di eccellenza: Ibrahimović e Messi.
Il gigante svedese, che ha sfiorato la maglia azzurra, ha avuto anche lui, più volte, il “privilegio” di respirare l’atmosfera infernale della casa del popolo partenopeo.
Lionel Messi, da molti definito l’erede di Diego Armando Maradona, che nel calcio ha visto praticamente tutto, nel 2019, dopo aver affrontato il Napoli con il Barcellona, non ha potuto fare a meno di notare che giocare da queste parti è un po’ come cercare di ballare un tango con 60.000 persone che ti urlano in faccia e sperano che tu sbagli qualche passo ed inciampi!
Infine, Virgil van Dijk, difensore del Liverpool, non è riuscito a mantenere il sangue freddo quando si è trovato di fronte alla calda passione partenopea. Nel 2018, durante un match di Champions League, ha definito l’atmosfera “spettacolare” e “molto, molto difficile”.
Tutte queste testimonianze sono la prova che, al di là della qualità della squadra, il Napoli ha una risorsa che pochi altri club in Europa possono vantare: un tifo che non si limita a fare il tifo, ma scuote fisicamente l’avversario.
Perché l’urlo più importante e famoso al mondo non è certo quello del pittore norvegese Edvard Munch, ma quello dello Stadio Diego Armando Maradona.
Provare per credere.
Gennaro Di Franco


