A Dimaro è tempo di conoscere meglio il nuovo direttore sportivo del Napoli. Ecco la conferenza stampa di Meluso:
“Arrivo in una grande società, campione d’Italia, le responsabilità aumentano. Ma il calcio è uguale a tutte le latitudini. Ho lavorato a tutti i livelli da calciatore e da direttore sportivo dopo. Cambiano i numeri, ma non ho paura. È uno stimolo per me. Ringrazio De Laurentiis e la società.
Sono stato chiamato all’improvviso dopo questo episodio di Napoli-Spezia. A fine partita De Laurentiis fece uno strappo a una regola non scritta: venne nello spogliatoio e ci sorprese tutti. Il 13 luglio scorso, alle 7 del mattino, il presidente mi ha chiamato per incontrarci. Mi ha fatto un bel po’ di domande, ci abbiamo venti secondi ad accordarci.
Osimhen? Sono appena arrivato. So che se riusciamo a tenerlo è una gran cosa, è un calciatore che fa la differenza e non ce ne sono tanti così. Ma ci lavorerò nei prossimi giorni insieme al club”.
“Da domani cominceremo a fare riunioni per programmare quello che c’è da fare. Ma anche prima del mio arrivo hanno lavorato e fatto del loro meglio per sostituire Kim in questo mercato. La mia sarà una voce in più in questo gruppo.
In una società così importante non si può lavorare da soli. I nostri settori si incontrano e mettono insieme le loro idee. Il presidente De Laurentiis lo conoscete, avrà un peso importante per tutti noi. Ma quando abbiamo parlato mi ha chiesto se potessi fare questo mestiere a 360 gradi: il mercato, ma anche i rapporti nella squadra, gli equilibri di un team che cambia l’allenatore. Ci sarà da lavorare dall’interno perché la squadra è forte. E operare su quei calciatori da sostituire come Kim o Ndombelé”.
“Una squadra che vince con quasi venti punti di vantaggio in Italia è una super-squadra. Complimenti a chi l’ha costruita. Anche io li terrei tutti. Ma poi bisogna vedere le dinamiche interne. Dobbiamo restare in alto ed essere ancora competitivi.
Quando ho ricevuto la telefonata? Non me l’aspettavo, è evidente, il Napoli che chiama me non pensavo più potesse accadere”.
“Sono nel calcio da quando ero bambino. A 58 anni ho abbastanza esperienza anche perché ho smesso presto di giocare. Ho lavorato molto in categorie inferiori, sono sempre stato umile, ho provato a scalare le categorie per arrivare in A e l’ho fatto con Lecce e Spezia. Questo mi dà motivazioni.
Quando avevo 13 anni fui selezionato dal Napoli per le giovanili, Sormani venne a casa mia per convincerci, ma mia mamma si oppose al trasferimento perché ero troppo piccolo per lei. L’anno dopo però passai alla Lazio. Ma il Napoli è stato già in passato sulla mia strada”.
“Interessi per i nostri calciatori dal mercato arabo non ce ne sono per il momento. Hanno risorse superiori con cui difficilmente possiamo competere. Hanno sballato il mercato ma per ora solo su pochi calciatori”.
“Giuntoli juventino? De Laurentiis non me l’ha chiesto, ma non tifo Juventus. Non ho una passione per una sola squadra. Ho giocato in A con Lazio e Cremonese e a loro sono legato. Ma tifo per la squadra in cui lavoro: ho dato tutto per il Lecce, ho dato tutto per lo Spezia, ora darò tutto per il Napoli”.
“Gli operatori di mercato sono sempre alla ricerca. In questo periodo fermo ho girato molto, avevo visto anche Kim dal vivo in Turchia. In un club importante come il Napoli è evidente che devi cercare calciatori di qualità: ben venga scoprire calciatori semisconosciuti che possano esplodere”.