Le bandiere ancora in mano, i festoni e gli striscioni ai balconi. Dai festeggiamenti alle sentenze per la scelta, da parte di Aurelio De Laurentiis, di puntare su Rudi Garcia. Pochi profili avrebbero aumentato l’entusiasmo della piazza, dopo la conquista dello Scudetto. Sarebbero serviti ingaggi ben oltre la portata del Napoli per convincere allenatori come Zidane, Luis Enrique e lo stesso Galtier, poco correlabile con il sistema di gioco attuale della squadra.
Allenatore reduce da esperienze poco felici negli ultimi anni, ma capace di brillare al Lille e nei primi due anni a Roma. La bramosia di riscatto si fonde con l’esperienza europea e il desiderio della società di crescere ulteriormente sul piano continentale.
Non era la prima scelta, tanto è vero che il patron ha sottolineato ‘i dieci giorni di conoscenza’. Anche Sarri e Spalletti arrivarono alle pendici del Vesuvio con scetticismo e perplessità. Il campo ha, però, stravolto i giudizi su entrambi. Il 4-3-3 come idea di partenza e di continuità rispetto al recente passato, plasmabile in un 4-2-3-1, in funzione dei diversi segmenti di gara.
Meno possesso palla rispetto al predecessore e maggiore ricerca della profondità per Osimhen. Sarà fondamentale non sbagliare scelte in sede di calciomercato e portare elementi validi e funzionali al modus operandi del nuovo tecnico, per evitare gli errori del 2018.
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