Il programma del Lunedì sera

       

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A Lecce si rivedono i vessilli azzurri, ma il braccio di ferro ADL-ultras non si arresta

da | 9 Apr 2023 | Ultime news

“Però una cosa importante l’ho imparata. Saper disinnescare. Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Gli unici rapporti che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare quando serve un passo indietro. E invece sta un passo avanti”.  

Scippiamo ad uno dei film italiani più significativi dell’ultimo decennio quale Perfetti Sconosciuti una delle frasi più iconiche che al meglio potrebbero descrivere il clima di tensioni, contestazioni e dichiarazioni al veleno che sta toccando il Napoli, la società azzurra e i suoi tifosi nelle ultime settimane, condizionate per forza di cose dal braccio di ferro in atto tra una parte del tifo organizzato azzurro e il presidente De Laurentiis. Nell’anno dei record, del dominio incontrastato in campionato, dello scudetto che ritorna all’ombra del Vesuvio e degli orizzonti europei mai esplorati, l’unica nota stonata resta ahinoi una frattura sempre più marcata tra gli ultras e la dirigenza del club, con conseguenze che hanno indubbiamente influito anche sulle prestazioni stesse degli uomini di Spalletti, come nel caso della sfida di campionato persa malamente contro il Milan al Maradona. Abbiamo tutti ancora sotto gli occhi infatti la vergogna di una settimana fa, quando due gruppi organizzati della curva B sono venuti allo scontro per nuove e vecchie ruggini sotto gli occhi attoniti di chi stava intorno, di famiglie che lasciavano anzitempo lo stadio con i figli, di persone spaventate costrette a non incitare la propria squadra del cuore per paura in quella che dovrebbe essere casa loro.

La controversia è sempre la stessa ed è legata a quel regolamento d’uso che sembra muro insormontabile tra le parti, ancor più se consideriamo il paradosso di vedere le curve del Maradona spoglie ed il settore ospiti invece strabordante di tamburi, megafoni, bandieroni e in alcuni casi (vedi Lazio e Milan) di materiale pirotecnico decisamente non consentito. Il tutto poi con un’unica certezza: impossibile al momento definire chi abbia completamente ragione o meno. In settimana non si è lasciata infatti attendere la risposta di De Laurentiis, che ha definito i responsabili di quanto accaduto come “delinquenti e non veri tifosi” e invocato nuovamente il modello Tatcher per cercare di dare un taglio netto al fenomeno ultras nel nostro paese, gli ultras stessi dal loro canto hanno continuato a diffondere in città comunicati sui social e volantini in cui si scagliano nuovamente contro il presidente e sottolineano la loro volontà di non fare passi indietro nei confronti del numero uno azzurro, definito “proprietario” e non “padrone” della squadra.

A Lecce solamente due giorni fa l’ultimo episodio di una telenovela che rischia di sporcare l’unica cosa che conta e cioè il campo, visto che da un lato abbiamo nuovamente potuto ammirare i vessilli azzurri sventolare nel settore ospiti del Via del Mare (non una novità in trasferta), ma dall’altro anche udito i soliti cori contro ADL che non lasciano spazio all’immaginazione e che manifestano ancora una volta la netta separazione tra la bellezza che ammiriamo sul terreno di gioco e l’odio che si percepisce invece da una parte di spalti. Vedremo se già contro il Verona prima, ma soprattutto in Champions contro il Milan le cose cambieranno, la speranza a questo punto è che per il bene di tutti si arrivi quantomeno a una tregua, nel momento più importante dell’anno serve forse la decisione meno difficile da prendere, quella che farebbe soprattutto il bene di chi si sta godendo un viaggio bellissimo e non deve aver paura di chiedersi da che parte stare, perché c’è una sola parte. Quella del Napoli.