Il programma del Lunedì sera

       

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Leader Fedayn: “Delusi da tutto, così non ha senso nemmeno festeggiare”

da | 5 Apr 2023 | Ultime news

Alessandro Cosentino, leader del gruppo Fedayn della Curva B del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni dell’Ansa, partendo dagli accadimenti in Napoli-Milan: “I fumogeni sono stati accesi ma non sono stati lanciati in campo, è stata una forma di rabbia per dimostrare che noi siamo sempre qui nel bene e nel male. C’è stata una diatriba con in gruppo che faceva finta di niente, specialmente su alcuni cori che abbiamo sempre fatto insieme. Domenica c’era questo silenzio, alcune persone non si sono trovate d’accordo con altre ed è successa questa cosa che è fiinta lì. Tutto ciò che è violenza non è accomunabile a fatti sportivi ed alle partite di calcio.

Perchè c’è violenza nel mondo ultras? Da sempre c’è questo confronto tra un colore sociale e l’altro, tra un pensiero e un altro, quindi litigano gli amici per il calcetto come non potrebbe avvenire in una storia così importante come quella di gruppi e di città. Ricordiamo anche una cosa molto importante, ci hanno chiamato terroni, terremotati e colerosi ma la gente sembra che se ne sia dimenticata. Sono anni che negli stadi d’Italia abbiamo trovato ostilità per la nostra terra. Gli scontri ci sono da sempre, condannabili ed ingiustificati, ma succedono in tutto il mondo e non solo a Napoli. Anzi lo stadio di Napoli, invece, è uno dei pochi dove si sta ancora bene. Io non accomuno la parola Ultras alla violenza, noi abbiamo sempre fatto tanto sociale e manifestazioni agli ospedali per bambini e per le persone che hanno bisogno. Noi facciamo tanti sacrifici per stare accanto al Napoli, facciamo chilometri da una vita, lasciamo le nostre famiglie per stare accanto alla nostra passione mettendo mano alle nostre tasche. Tutte le coreografie di questi anni vengono pagate con le nostre tasche ed il nostro caro presidente era molto fiero e ne rimase sbalordito e disse che a questi costi bisognava farlo tutte le settimane e in tutti i settori dello stadio. Quando De Laurentiis arrivò a Napoli lo incontrammo all’albergo Vanvitelli a Caserta, ci siamo presentati. Lui poteva essere, dopo Maradona, il simbolo della rinascita del calcio a Napoli e avere un mezzo busto a statua in tutti i quartieri di Napoli per quello che è riuscito a fare in questa città. Però non ha capito come porsi, non l’ha fatto in passato quando ha criticato la nostra terra e le nostre tradizioni ed anche oggi lo sta facendo con questa situazione che ci sembra davvero assurda.

Colloquio con De Laurentiis? Volevamo solo un contronto per capire il perché di questa situazione, ma non è stato possibile farlo. Fino a ieri la contestazione al presidente forse arrivava dagli altri settori. Credo che lui soffra di essere il primo attore e si è inventato il modo di uscire fuori e di inventarsi questa storia del tifo e delle coreografie. Una settimana ti fanno entrare bandiere e striscioni allo stadio e quella dopo non lo consentono più. Una volta ci dicono perché è per gli incidenti con i romani, poi per gli incidenti di Francoforte. Uno però non può condannare senza aver capito da chi partono questi fatti. Non abbiamo mai avuto un incontro per capire come gestire le cose. Oggi parlano del regolamento d’uso, ma dovrebbe valere per tutto lo stadio e anche per i tifosi che vengono da fuori, ma tutto questo non avviene. A partite alterne ci viene comunicato se possiamo fare entrare il materiale nello stadio, ci viene cominucato tramite conoscenze. Oggi parlano di identificare, ma loro ci conoscono tutti perché l’ultimo arrivato viene al campo da 20 anni. Non c’è bisogno di identificazioni, perché lo siamo già e conoscono che ragazzi siamo. Non abbiamo ma chiesto un biglietto gratis, non abbiamo mai chiesto alcuna agevolazione.

Modulo per l’ingresso del materiale allo stadio? Il modulo è venuto fuori adesso, prima non ce l’hanno mai chiesto. Noi siamo sempre andati ai cancelli, ci conoscono tutti. Gli striscioni e le bandiere sono storiche, non ci è stato mai imposto la prassi del modulo. Alle volte non li apriamo neanche perché lo sanno che non mancheremo di rispetto a coloro che controlla, gli steward e la polizia ci conoscono ai cancelli.

Festa Scudetto? Oggi non la immagino proprio, sono così deluso da tutto qello che ci sta accadendo. C’è tanta delusione, siamo ragazzi che non meritavamo questo trattamento. Credo che il mio tempo sia finito, oggi tutto questo non mi appartiene più. Oggi è tutto un mondo virtuale, di tastiera e social, di gente che parla a sproposito di persone, gruppi e del movimento ultras. Come tutte le cose c’è un inizio ed una fine, il movimento ultras è morto già da qualche anno”.