Il programma del Lunedì sera

       

Il programma del Lunedì sera

   

DODICESIMO UOMO – Corre e si diverte

da | 14 Ott 2022 | Redazione, Ultime news

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità.
Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Corre e si diverte.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

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Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

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Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

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Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

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Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta.
Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza.
Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione.
Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica.
In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”.
Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”.
Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions.
Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!!
Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte.
Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate!
Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri.
Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri.
A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Corre e si diverte.

Non ci sta niente da fare…se ne facciano una ragione tutti quelli che cercano di minimizzare l’impresa mostre compiuta dal nostro Napoli in Champions. Questa squadra corre, si diverte, e fa divertire!!! Con una semplicità imbarazzante, gli azzurri si qualificano con due giornate di vantaggio in un girone che, al momento del sorteggio, non era certamente apparso come una semplice passeggiata al Real Bosco di Capodimonte. Quando meno te lo aspetti, quando da tifoso d’estate sotto l’ombrellone pensi che quest’anno sarà dura in campionato e in Europa, gli azzurri con una squadra che un tempo si sarebbe definita “da bosco e da riviera”, ma che alla luce dei risultati strabilianti sarebbe meglio dire “da campionato e da Champions”, sfoderano la bellezza di 4 vittorie consecutive contro avversarie che definire prestigiose è forse riduttivo. Liverpool, Ajax e Rangers, infatti, non sono certamente le ultime arrivate! Basti solo pensare che le tre squadre che compongono l’attuale girone A, del quale fa parte il nostro Napoli, hanno tutte insieme collezionato la bellezza di centonove scudetti, contro i due scudetti vinti dagli azzurri. Se non vi basta per capire l’enormità della montagna scalata nel nostro girone, il Liverpool con sei e l’Ajax con quattro sono vincitori di ben dieci Champions League, numeri che alla vigilia avrebbero fatto tremare i polsi e le gambe a tutti, anche al più visionario e ottimista dei tifosi azzurri. A tutti sì, tranne che a Di Lorenzo e compagni. I ragazzi di Mister Spalletti, infatti, complice la beata gioventù, sono riusciti nell’impresa di qualificarsi agli ottavi, con due giornate di anticipo, con la bellezza di dodici punti, ma soprattutto con prove da veri campioni e non da occasionali vincitori passati sul prato di Fuorigrotta per caso.

Molto ci sarebbe da dire sui singoli, a partire da Pac-Man Lobotka, passando per La Muraglia Umana Min-Jae, e magari finendo con Kvaradona, ma sarebbe riduttivo. Qui è la squadra la vera e propria “Grande Bellezza”. Avanti tutta, quindi, ma con la consapevolezza delle grandi squadre, attitudine ormai nel Dna del nostro Napoli, conquistata grazie a Luciano Spalletti, il “Mentalist Partenopeo”. Che piaccia o no, il nostro Mister Contadino è riuscito a far capire alla squadra e alla tifoseria che il bello deve ancora venire.

In un momento, più che in altri, il nostro allenatore ha mentalizzato tutti, squadra e tifosi, e quel momento è da trovare nella conferenza nel post gara contro il Liverpool. Lì, potete giurarci, c’è stato il punto di svolta. Il mister, attento conoscitore delle cose di calcio e di Napoli, spense subito i facili entusiasmi e, cosa fondamentale, punse nell’orgoglio tutta la piazza, chiarendo subito che nulla di importante era successo e che esaltarsi per una singola prestazione, per quanto stupenda, fosse robba da perdenti, da provinciali, da piccola piazza. Io ho la convinzione che è proprio in quel preciso istante che ci sia stata la svolta della stagione. Il napoletano, si sa, è caloroso e facile nel suo entusiasmo per la sua squadra del cuore, ma è altrettanto orgoglioso. Ed è lì che Spalletti ha compiuto il “vero miracolo”: pungere il napoletano e i suoi ragazzi nella parte più viva, in quella fierezza propria di una città vulcanica. In men che non si dica è riuscito a compattare tutta la tifoseria per il raggiungimento, non del singolo traguardo, ma dell’obbiettivo finale.

Oggi si respira un’aria nuova al Diego Armando Maradona. Tutti sono consapevoli di avere una grande squadra, e si vede in maniera tangibile che anche i calciatori hanno la consapevolezza di essere in un grande gruppo, diversamente dal passato. Si vive questa atmosfera con maturità e, fa strano pure a scriverlo, con serenità. Sarà che ormai da anni vediamo il nostro Napoli stabilmente nei piani alti della classifica, sarà che le cocenti delusioni passate e gli scudetti vinti di inverno e puntualmente persi in primavera ci hanno insegnato qualcosa, ma a Napoli si respira un’aria diversa, da vincente, da quello che sa quanto vale, da quello che magari, come è successo ormai anche più volte, può pure subire un gol fortuitamente o per una giocata magistrale dell’avversario, ma si tratterà sempre e solamente di un singolo episodio, incapace di modificare il risultato finale.

Uomini forti…destini forti…sembra che ci siamo, avanti Napoli, siamo tutti con te!

Gennaro Di Franco