Spalletti: “Al Napoli serve tempo. Vincere o fallimento è una cosa che non mi piace”

da | 2 Set 2022 | Flash

Alla vigilia della sfida contro la Lazio, il tecnico del Napoli Luciano Spalletti alle 14 si presenterà nella sala conferenze del SSC Napoli Konami Training Center per presentare la sfida alla squadra di Sarri.

– Inizia la conferenza stampa.

“Cosa vorrei rivedere domani all’Olimpico? La qualità di gioco, si deve riconoscere più velocemente dove si libera lo spazio per giocarci dentro e muovere la palla con meno tocchi e più qualità”.

“Kvaratskhelia meno bene nelle ultime due sfide? Sono cose normali, dipende anche dalla forza dell’avversario e dalla condizione del momento. Kvara viene da un paese differente ed è abituato ad altre cose. Un po’ di conoscenza serve sempre. Per trovare la scorciatoia all’adattamento si bruciano più energie e ti manca qualcosa. Sono periodi, il rodaggio bisogna farlo”.

“A che punto sono, con la preparazione atletica e tattica, i nuovi arrivati? Sono a buon punto: si comincia a conoscersi. Si fanno delle sintesi di quella che è la nostra partita, dell’avversario che andiamo ad incontrare. Si comincia a parlare di quello che è il nostro calcio, la cosa che vorremmo andare ad offrire in termini di spettacolo e di gioco di squadra. Secondo me, siamo ad un buon punto. Negli allenamenti, la palla gira abbastanza bene e si va anche con i ritmi e la velocità giusta. Bisogna andare forte. Molte fasi della parti vanno fatte il più forte possibile. Quando ci annullano la pressione, bisogna saper ritrovare lo schema base di squadra. Dobbiamo essere pronti a sterzare dall’altra parte. Va fatto tutto in maniera forte e continua per ritrovare il blocco-squadra”.

“Sarri? La qualità del suo gioco è riconoscibile. Ogni tanto si passa dal 4-3-3, ma i sistemi si deformano perché non si rimane sempre allo stesso modo e si va a prendere quegli spazi che la squadra avversaria lascia. I calciatori devono adattarsi a scenari differenti. Se quello spazio da prendere dalla mezzala è occupato, un altro sale e va a fare quel ruolo. Se lo spazio della mezzala è occupato, bisogna reagire. La Lazio fa un calcio di pressione continua, è evidente. Si crea spazio alle spalle e si può esaltare le nostre qualità. Quando ti vengono addosso, però, le velocità diventano ridotte e gli spazi si fanno stretti. Dobbiamo essere bravi a  trovare le vie di mezzo, i vuoti: dobbiamo accorgerci di dove li lasciano, e non sarà solo sulla trequarti”.

“Sono felicissimo di essere allenatore del Napoli, le mie ambizioni sono di un livello di qualità a cui non so se gli altri possano arrivare col pensiero. Io non garantisco niente. Se volete, il Napoli lo alleno volentieri”.

“Raspadori? Lui è duttile e la palla addosso la sa reggere, non gli dà fastidio la marcatura perché ha forza. In questa liquidità di calcio può fare l’esterno, la mezzala, la punta, il trequartista, si adatta a quello che dicevamo prima”.

“Soluzioni diverse con Lobotka e Ndombele? Tanguy è un gran calciatore, deve conoscere delle cose, adattarsi al nostro calcio, ma è un gran calciatore, sa farla muovere veloce, il rumore quando passa lo si sente, è uno che ha sempre lo specchietto retrovisore ben posizionato, quando guarda davanti ha imbucate di grandissima qualità, ha tiro, buon impatto fisico, bisogna un po’ elevare il tutto e farlo giocare qualche volta”.

“Kim? È una certezza, una sicurezza. Sin dal primo momento che è entrato dentro, si è vista questa sua personalità, la sua naturalezza nell’essere forte e di livello. E’ sulla buona strada”.

“Non modifico niente del mio lavoro, per creare allenamenti fatti bene e riuscire a sviluppare un buon gioco, che sia riconosciuto e piacevole per gli sportivi di palato fine come quelli del Napoli. Si può vincere o morire, ma a me garba campare, e non per aria: per terra. Se non vinci, parlano di fallimento. Io non so se vinco, perché la direzione, anche quest’anno, è quella lì: o vinci, o sei fallito. C’è da riorganizzare questa squadra. L’anno scorso, quando si è fatta una partita sotto livello, quella dopo si è ribaltato il pronostico perché qualcuno ha un carattere abbastanza umorale e vive su quanto fatto la settimana prima. Le personalità erano quelle lì, ma adesso c’è un nuovo corso. Il percorso di crescita può avvenire più velocemente o lentamente, avremo tanto da fare. C’è bisogno di tempo per diventare un gruppo di calciatori come quello dell’anno scorso: lo avevo messo in conto, perché abbiamo avviato un nuovo ciclo”.

“Lazio-Napoli? Loro giocano un buonissimo calcio. Secondo me, hanno il nostro valore. Abbiamo il valore della Lazio, come anche l’anno scorso, secondo me. C’è da andare a giocarsela e far vedere chi sia più bravo sui novanta minuti. Le partite hanno un’importanza massima, tutte: perché tutte possono darti tre punti”.

“Avverto un clima negativo? Io non avverto niente, ma pure se lo avverto non modifico niente del mio comportamento e del mio lavoro. Vivo per creare allenamenti fatti bene e sviluppare un grande gioco, piacevole per sportivi di palato fine come quelli del Napoli. Ma a si mette sempre con vincere o morire ed a me garba poco, se non vinci hai fallito… e io non so se vinco, la direzione è quella lì. Quelli andati via li avete visti o vi serve lo schema? Bisogna riorganizzare la squadra, si cambiano i pronostici in base a ciò che è successo il giorno prima. Le personalità erano quelle lì, è un percorso di crescita, lo si può fare più velocemente o lentamente ma c’è da farlo e serve un po’ di tempo per diventare un gruppo come l’anno scorso, io l’avevo messo in conto nel nuovo ciclo di giocatore”.

“Quanto conta il fattore esperienza dopo le partenze? Lo recupereremo velocemente, bisogna essere competitivi e per farlo bisogna avere la qualità di conoscere subito tutte le cose, non possiamo metterci tanto e dobbiamo assumere subito la sagoma di giocatori forti, noi non siamo un club che può limitarsi a dire abbiamo avuto sfortuna, quella palla lì se andava dentro… dobbiamo andar lì e giocare un calcio di livello, feroce, siamo il Napoli, poi è chiaro che le analisi le fanno tutte, ma le intenzioni devono essere quelle. Il mercato? Mi ha soddisfatto”.

“Qual è il presente di questa squadra? Un calcio riconoscibile dai tifosi e bisogna stare nel gruppo dell’alta classifica. È un campionato difficile ma dobbiamo assumerci le responsabilità nel vestire questa maglia con questo passato, chi ci ha giocato e le qualità che abbiamo”.

“Cosa non mi è piaciuto della costruzione dal basso con il Lecce? “Abbiamo costruito con qualità di gioco sotto livello per il nostro modo di fare. Se io gioco la palla a 15 metri dal mio avversario, se perdo palla non gli posso rimontare addosso. Devo fare marcatura preventiva. Se vengo col mediano sotto la linea degli attaccanti non muovo niente, loro sono 10 sotto palla, noi 3 in costruzione e non li vado a stanare, non trovo spazi. Tutte situazioni di pochi secondi, pochi metri, ma che fanno la differenza. Quando si abbassano gli spazi si riducono, come nel secondo tempo, serve più qualità e non devi sbagliare la palla buona”.

“4-3-3 o 4-2-3-1? I sistemi sono sulla carta quando li guardiamo, ma una volta si diventa 4-3-3 con due punte vicine ad Osimhen, una volta 4-4-2 con l’inserimento di un mediano che galleggia, quando Di Lorenzo sale in sovrapposizione interna o esterna… Politano è dentro il campo nella via di mezzo, se rompe il centrale opposto per prenderlo la punta ha lo spazio per attaccare alle spalle. Kvara è forte nell’uno contro uno, se punta il terzino è uno che sa saltarlo, la soluzione a tutti i discorsi”.

“Mertens con Osimhen alla 35esima mentre Raspadori subito dentro? L’anno scorso quando non ci ha giocato Mertens ci hanno giocato tante volte Zielinski o Elmas. Non c’era Mertens che per la fase offensiva aveva più qualità degli altri due, ma col 4-3-3 avevamo vinto nove partite di fila ed anche lì si posizionava uno come trequarti ed uno più mediano. Noi abbiamo buoni giocatori che devono fare conoscenze, bisogna fare il rodaggio al nuovo ciclo. Per scaldarsi anche in inverno c’è da prepararla ora la legna”.

“Rammarico di non aver confermato gli uomini delle prime giornate col Lecce? Averlo chiaro il giorno prima è difficile, gli allenamenti vanno visti per capire chi ha smaltito o meno la fatica. Ieri mezza squadra non s’è allenata, deve fare defaticante, dire oggi chi scenderà in campo diventa difficile. Stia tranquillo che le scelte le sbaglio, ma sono attento. Ogni volta che non si vincerà diventerà così, ma è impossibile giocare con gli stessi e nell’arco di 3-4 partite giocheranno in tanti”.

– Finisce qui la conferenza stampa.