Il programma del Lunedì sera

       

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ADL rivela: “Il silenzio panacea per Gattuso, già scritto l’addio”

da | 30 Giu 2021 | Flash

Tra i temi affrontati in conferenza stampa dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis non poteva certamente mancare quello relativo all’addio dell’ex allenatore Gennaro Gattuso, che il numero uno azzurro ha così presentato: “Raccontavo di quella sera al Britannique in gennaio perché dissi ai calciatori che li avrei potuti pagare in ritardo, ma anche che il tecnico sarebbe rimasto, che andava rispettato, seguito, senza storie. Poi è passato del tempo ed io, prima della partita contro il Verona, dando per scontata la Champions, avevo preparato un saluto a Gattuso col club in cui doveva andare. Barone della Fiorentina mi chiese di scrivergli due righe, poi al pareggio ci siamo guardati e non abbiamo potuto mandare il saluto, rendendolo più snello. Sentivo poi dei giornalisti dire che non si fa così. Ma scusate, io potevo essere molto arrabbiato, inquieto, ma il fatto di smettere con Gattuso risaliva alla scorsa estate, non c’era tempo, l’avevo preso per tamponare l’uscita di Ancelotti. Anche se lui avesse vinto il campionato, la sua mission si sarebbe conclusa. Mendes è un amico, ceniamo insieme, abbiamo parlato anche del rinnovo ma non ci siamo trovati in linea, ci siamo firmati due righe, poi quando finiscono ai legali diventano 27 righe di troppo e allora dissi soprassediamo e vediamo. Purtroppo abbiamo perso partite che non avremmo dovuto perdere, altre le abbiamo vinte quando potevamo avere problemi, questo disequilibrio, senza avere continuità, è stata una riconferma che dovevo ad un certo punto interrompere quella collaborazione anche se fossimo arrivati in Champions”.

Sul prolungare il silenzio stampa anche dopo Napoli-Verona, De Laurentiis non ha dunque rimpianti: “Con i tifosi posso scusarmi soltanto io. E qualunque scusa fatta da un calciatore può sembrare una cosa voluta. Io dialogo con i miei tifosi e ci sono quelli che mi amano e quelli che mi odiano. Chiaro è che il tifoso ha sempre ragione in quanto tale. Non ha interesse alla salvaguardia dei conti economici, vuole vincere e basta. Io lo capisco, il calcio è il suo sfogo e non ci sono delle logiche societarie in quello. C’è anche chi a freddo poi ragiona e capisce che c’è sempre un limite a tutto. Il silenzio stampa secondo me è stato una panacea. Non bisogna mai dimenticarsi che noi siamo tenuti incollati davanti alla TV fino all’una del mattino per assicurarci che non si dicano falsità. E l’intervistatore è quasi sempre un ex calciatore o allenatore. Nei confronti di un allenatore ex giocatore c’è un rimbalzo che può far cadere anche lui in qualche trappola, perché l’intervistatore vuole fare lo scoop. Deve cercare di trovare qualcosa da dare in pasto ai media. Per evitare tutto ciò, per via del Covid e di tante altre situazioni, ma anche per non rovinare il rapporto fra la società e l’allenatore, abbiamo deciso questo. L’ho imposto dopo aver sentito cose inappropriate, l’ultima partita non c’entra, si era in silenzio stampa già da 3 mesi. In quel momento difendo l’allenatore per non farlo massacrare da voi. Gli avreste chiesto sempre le solite cose, dei giocatori spompati e cose del genere. Non c’era motivo di togliere il silenzio stampa. La cosa migliore sarebbe stata vincere e poi andare davanti ai microfoni”.