Il programma del Lunedì sera

       

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NEI RADAR – De Paul, il fuoriclasse che ha conquistato la Serie A

da | 23 Mag 2021 | Calciomercato

Classe, tecnica, cuore, leadership: sono solo alcuni attributi che si possono leggere tra i ‘segni particolari’ sulla carta d’identità di Rodrigo De Paul. Approdato ad Udine nel 2016, l’argentino scuola Racing nelle prime battute italiane non è riuscito ad imporsi subito come un top di ruolo, semplicemente perché il suo ruolo non l’aveva ancora trovato. La qualità del calciatore si è vista sin dall’inizio, ma era la continuità il fattore che mancava a De Paul per fare quel salto che gli ha poi permesso di affermarsi come uno dei giocatori più determinanti del nostro campionato. Con la squadra friulana, di cui è diventato a tutti gli effetti il capitano dopo l’addio di Lasagna (prima alternava la fascia con l’attaccante italiano, che però spesso partiva dalla panchina), ha giocato pressoché in ogni zona del campo: trequartista, regista, esterno, seconda punta e mezz’ala. Ciò è dovuto anche alla moltitudine di allenatori che si sono avvicendati sulla panchina dell’Udinese da quando El Pollo gioca in Serie A. Parliamo di ben otto tecnici, ognuno con le sue idee di gioco e ognuno con piani diversi per De Paul. Cambiava la squadra, cambiava l’assetto tattico, ma il punto fermo rimaneva sempre il 10 sudamericano, al quale sono state richieste le mansioni più disparate. E lui non si è mai tirato indietro. La svolta è arrivata con il Tudor bis e successivamente con Nicola, quando è stato spostato nei tre di centrocampo, diventando a tutti gli effetti il fulcro del gioco dell’Udinese. Ogni azione pericolosa passa dai suoi piedi, e quale testimonianza migliore se non quella offerta dai suoi numeri con la casacca bianconera: in 176 presenze – praticamente sempre in campo – ha fatto 33 goal e fornito altrettanti assist ai compagni, una percentuale di incidenza altissima.

Possiamo dire che la sua consacrazione definitiva sia però arrivata sotto la guida di Luca Gotti, il quale, ad una recente domanda sul futuro di De Paul, ha dichiarato: «Insieme ad Alessandra e Benedetta è il mio terzo figlio», a confermare il forte legame umano e sportivo con quello che è senza dubbio il suo miglior giocatore in rosa. In questa stagione l’ex Valencia ha infatti offerto il meglio di sè, soprattutto in termini di costanza di rendimento. Se l’Udinese si è salvata con diverse giornate d’anticipo, lo deve in gran parte al suo zoccolo argentino: l’intesa tra De Paul ed El Tucu Pereyra è stata spesso determinante ai fini del risultato, più sfortunati invece i connazionali Deulofeu, Pussetto, Forestieri e Llorente, alle prese con tanti problemi fisici. A proposito di Argentina, RDP10 ha strappato la sua prima convocazione nel 2018, esordendo da titolare nell’amichevole con l’Iraq. Da allora ha accumulato 21 presenze totali con la maglia dell’Albiceleste, di cui sei nell’ultima Coppa America (in cui la Selección è arrivata al terzo posto), entrando a far parte a tutti gli effetti nel nuovo ciclo della sua Nazionale. Come detto prima, il fatto di aver trovato la propria dimensione in campo gli ha permesso di acquisire quella consapevolezza che gli mancava per esprimere al massimo le sue caratteristiche: controllo di palla, senso della posizione, capacità di velocizzare o rallentare il gioco a seconda del momento della partita e una vera e propria “arte del passaggio”, specialmente quello filtrante. Ma anche una spiccata abilità nei cambi gioco, nel dribbling e nel tiro dalla distanza, senza dimenticare la sua bravura nei calci piazzati (all’Udinese batte tutto lui: punizioni, angoli, rigori). Aggiungici anche una buona velocità di base e una grande capacità di recupero, ed ottieni il tuttocampista perfetto, quello in grado di prendere per mano la squadra in ogni situazione.

È per questo che il il 27enne nativo di Sarandi è ormai da diverse stagioni al centro di mille voci di mercato. I Pozzo sono stati molti abili nel trattenere il loro gioiello, resistendo alle richieste di diversi top club italiani e anche alle pressioni provenienti dalla Premier League, con il Leeds di Bielsa in prima fila. Il ds Marino e la dirigenza friulana sono stati molto chiari su quello che può essere considerato un giusto prezzo per De Paul: sotto i 40 milioni non si tratta. La fine del percorso del mediano argentino in bianconero (a gennaio diceva «Voglio giocare la Champions in una grande squadra») potrebbe ammorbidire di poco le pretese, che comunque non scenderebbero sotto i 35 milioni di euro. In Serie A tutti hanno messo gli occhi su di lui, con Inter e Napoli che sembrano essere le più indiziate per aggiudicarselo “all’asta”: che un’eventuale partenza di qualche pezzo pregiato azzurro – vedi Fabian – possa spingere il presidente De Laurentiis ad investire una cifra così importante per lui?

Di Lorenzo Liguori