Umberto Calcagno, presidente dell’AIC, è intervenuto a Radio Punto Nuovo sulla vicenda che acceso il dibattito sul protocollo Covid-19 nell’ultimo weekend: “L’aumento dei casi e dei rischi per i calciatori? L’AIC sta portando avanti una visione di sistema, anche se con una premessa: sapevamo che il periodo autunnale ed invernale avrebbe reso più complicata una convivenza con il virus, rispetto alla ripresa estiva. Detto questo, il protocollo oggi è l’unico strumento che abbiamo per andare avanti, come ribadito anche dal Ministro dello Sport. C’è bisogno che tutti lo applichino scrupolosamente.
Noi siamo garanti della parità competitiva, quindi non possono esserci interpretazioni diverse, per garantire appunto la regolarità del campionato. Tutti i ragionamenti, adesso, devono essere coadiuvati da aggiornamenti settimanali, rapidi. Abbiamo un problema di intasamento delle date e per recuperare eventuali partite c’è un’oggettiva difficoltà, ma in caso di problematiche è nostro compito farci trovare pronti.
Una contrazione dei calendari? Playoff e playout? E’ un’ipotesi da valutare. Anche perché con dieci positivi in organico, c’è la possibilità di chiedere un rinvio. Quindi, il problema me lo pongo. La tutela della salute va tenuta in conto. Il nostro non è un mondo decontestualizzato da tutti gli altri. Il ragionamento va allargato a livello europeo, poi. Ci sono competizioni continentali che adesso partiranno, come anche gli impegni delle nazionali. E’ un ragionamento che deve coinvolgere anche la UEFA, non solo il nostro sistema.
Ad oggi, non ci sono privilegiati. Il protocollo è molto rigido, in qualsiasi categoria. E i nostri associati, si sono sempre sottoposti a qualsiasi controllo, nell’interesse della propria salute e del loro gruppo squadra. Le prospettive sul protocollo, poi, dipenderanno dai numeri. Perché dipendiamo da questi, non dimentichiamolo. Dunque, fin quando la situazione sarà gestibile con il protocollo attuale, si può andare avanti così, applicandolo alla lettera. Come ribadito anche dal Ministro. Altrimenti non mancherebbe il presupposto per andare avanti. Se la situazione poi muterà, dovremo mostrarci ancora una volta bravi e reattivi nell’adattarci e trovare una nuova soluzione”.