Il programma del Lunedì sera

       

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Ronaldinho, prigione dorata: “Anche qui posso giocare”

da | 9 Giu 2020 | Redazione

“Non è sempre stato facile, però ho cercato di rimanere allegro facendo quello che so fare meglio: giocare a calcio”. Così ai microfoni di Mundo Deportivo Ronaldinho racconta le complicate settimane passate in carcere in Paraguay per una storia di falsi passaporti. “Divento triste solo quando non posso far felice le persone. Ma per fortuna ho avuto pochi infortuni in in vent’anni di carriera”.

Oggi è ancora agli arresti domiciliari in un hotel. “Qui all’Hotel Palmaroga mi trattano benissimo. Abbiamo tutto, siamo tranquilli e qualsiasi cosa ci serva cercano di trovarla nella maniera più semplice possibile. Sono stati sessanta giorni particolari. La gente a casa può immaginare cosa significhi non poter fare quello a cui non si è abituati. Credo che vivere questa esperienza così complicata rimarrà per sempre in tutti noi”, ha continuato.

“Possiamo fare sport quasi tutti i giorni. Abbiamo una palestra dove possiamo lavorare e una sala che ci hanno adattato per giocare a calcio”. E poi, in un momento così complicato per tutti, un pensiero anche al coronavirus. Che per lui ha significato un doppio lockdown. “Spero che tutto torni alla normalità e che possiamo tutti tornare a casa nostra. E che tutto torni ad essere come prima”.