Aurelio De Laurentiis torna a parlare dopo un lungo periodo di silenzio e lo fa attraverso le pagine del Corriere dello Sport.
Dito puntato soprattutto contro la classe arbitrale dopo gli ultimi torti nella gara contro il Lecce e le recenti polemiche post Milan – Juve di Coppa Italia che hanno portato alla richiesta della FIGC di introduzione del challenge.
Una novità che sarebbe assolutamente gradita dal presidente azzurro: “È una misura doverosa, forse addirittura tardiva. Per me possono bastare due fiches, una per tempo, spendibili dagli allenatori. Se l’arbitro per incapacità o per altezzosità non adopera il VAR si macchia di un delitto sportivo, perché compromette un risultato calcistico. Se si rifiuta di impiegare un mezzo che gli consente di raggiungerle fa un torto anzitutto a se stesso. Poi fa un danno sportivo e, di conseguenza, un danno economico che può essere rilevantissimo”.
Infine chiusura con una provocazione: “Il principio del chi sbaglia paga assiste tutti i processi democratici in cui ci si confronta. Se un giudice sbaglia nell’emettere una sentenza, può essere chiamato a risarcire i danni cagionati. L’arbitro non dovrebbe sottostare alle stesse regole? Il Napoli quest’anno si è visto negare moltissimi rigori. Non lo dico solo io, ma lo riconoscono anche tutti i media. Se questi torti a catena sviluppassero un danno di duecento milioni, chi li ripagherebbe? Credo che ci sia materia per avvocati di livello. Che cosa accadrebbe se cinque, sei, sette società, offese da torti arbitrali gravi, dovessero decidere di fermare il campionato?”.